L'organizzazione omofoba Articolo 26 chiede il ritiro dalle scuole di ogni contrasto all'omofobia


Il servizio che Le Iene hanno realizzato in collaborazione con Mario Adinolfi ha aperto la strada alla più brutale ferocia dell'integralismo cattolico. Tra i più sanguinari c'è il gruppo di promozione d'odio denominato "Articolo 26" che tanto si operò per impedire che le famiglie gay potessero avere i loro stessi diritti civili.
Attraverso un comunicato stampa, l'organizzazione chiede l'immediata sospensione di qualunque progetto scolastico possa contrastare quel bullismo omofobico che loro amano alimentare (nell'evidenza, peraltro, di come la loro azione costi vite umane).

Con i soliti toni propagandistici e con l'evidente intenzione di creare isteria attraverso un falso allarmismo, affermano:

Il servizio di Filippo Roma andato in onda nella puntata del 19 febbraio 2017 de "Le iene" ha tolto il velo sul mondo sotterraneo di parte dell'associazionismo gay, che organizza giri di prostituzione e pratiche sessuali ardite (senza voler entrare nei dettagli) e che spesso si nasconde dietro la facciata di enti culturali contro le discriminazioni, che come no-profit ricevono l'accreditamento per fare lezioni nelle scuole dei nostri figli ed ottengono soldi dai bandi pubblici che noi contribuenti finanziamo.
Sono anni che come genitori e docenti segnaliamo, inascoltati dalla politica e dalle istituzioni, le enormi criticità per il mondo della scuola derivanti dall'attività dell'UNAR, già sottoposta a note di demerito nel passato, che tramite la "Strategia Nazionale LGBT" pensata per la scuola e curata in stretta collaborazione unicamente con gli esponenti delle suddette associazioni, ha aperto le porte ad iniziative che portano nelle classi in tutta Italia queste stesse associazioni in qualità di esperti. Oggi si rende più visibile e chiara a tutti l'importanza e la veridicità della voce delle centinaia di migliaia di famiglie presenti ai due Family Day del 2015 e del 2016 che hanno smascherato come la lotta contro il bullismo omofobico e la violenza di genere rappresenti una criticità sia dal punto di vista dei docenti che sono tenuti a portarla nelle aule e, soprattutto, per i contenuti di educazione sessuale assai critici propinati spesso all'insaputa dei genitori.

Il riferimento è al fatto che loro non tollerano si possa dire ai ragazzi gay i gay non sono persone anomali che Dio odia e che finiranno sicuramente all'inferno. Sempre attribuendosi una purità assai ardita, il gruppo di promozione all'odio chiedono che «la "Strategia Nazionale LGBT" per le scuole venga cancellata» e che «si impedisca che queste associazioni entrino nelle scuole». Pare però difficile comprendere su quali basi sostengano che un progetto non possa essere realizzato solo perché altre branche dei un'associazione si occupano di tematiche a loro sgradite. Sarebbe come chiedere che ai preti sia impedito l'accesso alle scuole perché alcuni di loro amavano stuprare dei minorenni, magari persino dentro il confessionale.
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