Nel nome delle Iene, FdI chiede l'interruzione dei finanziamento a Casa Arcobaleno


Era inevitabile. Il servizio delle Iene che ha accusato l'Unar di finanziare la prostituzione maschile ha aperto la strada ad una serie di richieste delle destre volte a chiedere la sospensione di qualunque politica di protezione della comunità lgbt. Nei palazzi del potere le destre si sentono ora legittimata e parlare di gay come di persone che si prostituiscono e che pensano solo a far sesso, quindi immeritevoli di diritti civili, di tutele e soprattutto di unioni che possano dare dignità alle loro famiglie.
Una nuova aggressione giunge da Maurizio Marrone, consigliere regionale FDI-AN in Piemonte, il quale sostiene che l'Unar sia una «polizia ideologica anti discriminazione creata dalla Kienge alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri», ossia un problema per chiunque dica che l'eterosessualità crei cittadini superiori e più meritevoli di diritti civili.
Attraverso un'interrogazione in aula, Marrone sostiene che «l'associazione pizzicata dalle Iene sembra essere l'Anddos (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), come si può facilmente vedere dal documento ministeriale mostrato dal programma Mediaset: una realtà protagonista del Torino Pride (finanziato con 20.000 euro dalla Regione Piemonte per l'edizione 2016), della Casa Arcobaleno e del Servizio LGBT del Comune di Torino. Guarda caso anche a Torino l'Anddos ha un circolo, chiamato Sauna 011, che sembra riproporre tutto l'"armamentario" già visto nel servizio delle Iene sulla prostituzione gay: dark room, glory hole, cruising ecc».

Se dunque i fondi sono stati destinati a realtà che nulla hanno vedere con la sauna citata, è con preciso intendo diffamatorio che l'assessore cerca di dire i gay devono essere associati al sesso, peraltro occupandosi anche di fornire una pruriginosa descrizione di pratiche che possa alimentare l'odio dei bigotti cattolici contro un gruppo sociale a lui sgradito. Ed è con toni ancor più inaccettabile che l'esponente di estrema destra domanda se «la prostituzione gay finanziata da Palazzo Chigi è sostenuta e pubblicizzata anche dal Comune di Torino?».
Insomma, i gay non solo sarebbero persone che pensano solo al sesso ma sarebbero anche farabutti che pagano prestazioni mercenarie quasi come se fossero parlamentari del Pdl.

Nonostante l'Addons sia un'associazione e Arcogay sia un'altra, il consigliere cerca di fare di tutta l'erba un fascio nel dichiarare: «Ci chiediamo quale sia in merito la posizione dell'Assessore Giusta, titolare della competenza delle pari opportunità in Giunta Appendino, e prima ancora protagonista del movimentismo LGBT come presidente di Arcigay, cui Sauna 011 sembrerebbe essere federata».
E questo pare solo l'inizio. Dopo un Giovanardi e un Malan che sono stati capaci di usare Silvana De mari per inquinare il dibattito sui diritti dei gay con vergognose disquisizioni sul sesso anale, grazie alla Iene da ora si apre lo scenario di una visione dei gay some di gente che cerca necessariamente sesso nelle saune a danno dell'erario. Il tutto in quel costante processo di demonizzazione che mira a ritenere che tutti i gay debbano essere ritenuti responsabili di qualunque cosa li riguardi.
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