Provita allo sciacallaggio di Dj Fabo: «È morto in tempo per il tg, voleva condizionare l'opinione pubblica»


Con un'insopportabile superbia, l'associazione Provita Onlus di Toni Brandi sostiene di detenere la verità assoluta su tutto e su tutti. Ed è così che con finalità propagandistiche e politiche l'organizzazione annuncia di avere la sua «verità» anche sulla morte di Dj Fabo.
La loro versione dei fatti è indirizzata a sostenere l'uomo abbai ordito un diabolico piano e che si sia dinnanzi ad una macchinazione a danno di quei sedicenti "cattolici" che esigono di poter imporre agli altri la loro volontà. Scrivono:

Ora, come sappiamo Dj Fabo è morto ieri, lunedì 27 febbraio. Ecco, anche se molti non lo fanno osservare, non si tratta di una data casuale. Per un motivo semplice: è lo stesso giorno in cui era stato calendarizzato dalla conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati, l’inizio della discussione del disegno di legge sulle direttive anticipate e sul consenso informato. Ora, possibile che una morte che richiede – secondo Dignitas – un iter di diverse settimane, sia avvenuta proprio in questa data, o forse tutto ciò risponde ad un disegno politico? Pare il caso di chiederselo. Di certo la tempistica, come si è visto, dà da pensare. Inclusa quella di diffusione della notizia. A chi non l’avesse notato, infatti, ricordiamo che dj Fabo è morto alle 11:40, neppure dieci minuti dopo – alle 11:48 – Marco Cappato, che lo aveva accompagnato in Svizzera, ha twittato “la notizia”, che alle 11.55 era già il titolo di apertura di tutte le grandi testate nonché quella di tutti i telegiornali.

Insomma, ci mancava solo che Provita si lanciasse nel sostenere che Dj Fabo abbia volutamente provocato l'incicente che lo ha reso cieco e tetraplegico e le avrebbero dette davvero tutte.
In realtà sappiamo bene che Fabo avrebbe potuto spegnersi in serenità in Svizzera. Non aveva bisogno di alcun clamore mediatico e si sarebbe risparmiato tanti insulti, condanne morali e persino quella De Mari che va in giro a dire che lei sarebbe stata felicissima di diventare cieca e tetraplegica. Il fatto che abbia voluto creare un caso mediatico è un regalo che ha voluto fare a chi vive le sue stesse condizioni, il cercare di ricamarci sopra per mera speculazione appare come un gesto di inumana violenza.

Sostenendo poi che l'uomo abbia scelto di porre fine alla propria vita per ingannare l'opinione pubblica, l'organizzazione di Brandi aggiunge:

A questo punto, uno potrebbe intelligentemente obiettare che si sta parlando di una morte per suicidio assistito, mentre il Parlamento si sta occupando di biotestamento. Ebbene, questo qualcuno coglierebbe nel segno nell’evidenziare che o le due cose – il suicidio assistito di Fabo e il testamento biologico – sono disgiunte, oppure strettamente connesse pur sembrando distinte. L’ipotesi corretta è la seconda. Infatti, anche se formalmente il suicidio assistito in Italia è punito (smettiamola, per piacere, di mentire dicendo che in Italia una legge non c’è: esiste eccome, e sanziona quello che correttamente definisce omicidio del consenziente), introducendo il biotestamento, apripista dell’eutanasia omissiva, si mira a renderlo presto legale, magari grazie a qualche sentenza “creativa” della magistratura.

Lo sciacallaggio diviene poi insopportabile dinnanzi a chi dice che delle regole sul fine vita incrementerebbero i suicidi:

Morale della favola, al di là del dolore per la morte del quarantenne italiano, quella che resta è la sensazione d’aver assistito ad un macabro teatrino allestito per condizionare l’opinione pubblica. Nascondendo alla gente molte curiose coincidenze così come il fatto che laddove si riconosce il diritto a morire, la morte si fa cultura e porta oltre l’immaginabile. Cito due esempi soltanto. Il primo è quello dell’Oregon, dove il suicidio assistito è legale dal 1998, il tasso di suicidi nella popolazione generale è del 49% più elevato rispetto alla media nazionale; la stessa Svizzera ha un tasso di suicidio circa doppio a quello italiano.
Il suicidio assistito può favorire una tendenza al suicidio? Così sembrerebbe, ma non ve lo raccontano: i dubbi seri, a chi fa propaganda, non interessano.

Ed ancora, è scomodando Kant che l'organizzazione sostiene che non siano solo i cattolici a dirsi contrari al suicidio... peccato che non sia questo il tema del loro articolo dato che loro rivendicazione è assai più grave. L'organizzazione di Brandi sostiene che si debba poter esigere di impedire agli altri l'autodeterminazione e che agli altri debba essere imposta la sua volontà:

Le bufale le raccontano i promotori della cosiddetta autodeterminazione assoluta, che da una parte allestiscono teatrini di morte, e dall’altra ci fanno credere che la contrarietà al suicidio sia un valore cattolico, quando basterebbe leggersi Immanuel Kant: «Chi si toglie la vita […] si priva della sua persona. Ciò è contrario al più alto dei doveri verso se stessi, perché viene soppressa la condizione di tutti gli altri doveri».
Che dire? Mentono, mentono sempre. Ed hanno i media dalla loro. Ma non il buon senso, che rimane esclusiva degli apoti, quelli che non la bevono.

Riassumendo, dunque, chi vuole smettere di soffrire non può farlo perché loro non vogliono. Chi vuole vivere non deve poterlo fare se osa non essere ostentatamente eterosessuale come loro esigano sia. Chi nasce con metodi a loro sgraditi non deve poter avere due genitori perché loro non vogliono... Insomma, farebbero prima a dire che vorrebbero che le persone vivessero come marionette nelle loro mani e farebbero prima, magari senza neppure il bisogno di scomodare il nome di Dio come giustificazione alle loro mire totalitariste.
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