Tempi altera i virgolettati per poter sostenere la sua promozione dell'intolleranza


«Chiamare una donna incinta "mamma" è offensivo perché offende i transgender». È questo il virgolettato riportato dal giornale ciellino Tempi, il quale spergiura anche che quella sia «l’indicazione che la British Medical Association (Bma), principale sindacato e associazione professionali dei dottori inglesi, ha dato a tutti i suoi 160 mila membri che lavorano in privato e negli ospedali del Regno Unito».
Eppure basta leggere il documento citato per osservare che quel virgolettato non esiste e che il messaggio appare un bel po' diverso da quello raccontato da Tempi:

Una grande maggioranza delle persone che sono state in stato di gravidanza o che hanno partorito si identificano le donne. Siamo in grado di includere gli uomini intersessuali e transmen che possono rimanere incinti dicendo "persone in stato di gravidanza" invece di "mothers".

Ma è in quell'ottica di costante promozione dell'intolleranza che Tempi ricorre all'opinione del gruppo integralista "The Conservative Woman", pronto a sostenere che si tratti di «una misura contro la scienza, contro le donne e contro le mamme. Tutti i dottori sanno che solo le femmine possono avere bambini. Dire altrimenti è offensivo e pericoloso. Questa decisione offenderà le donne di ogni parte del paese ed è un ottimo esempio di come la maggioranza delle donne venga insultata da una piccola minoranza di persone».

Insomma, secondo Tempi e le integraliste, sono le parole a fare le mamme e l'inclusione altrui deve essere percepito come «una minaccia» e una lesa maestà a chi crede sia un nome a rendere madre una donna.
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