Anddos risponde all'Aics: «Si è inscenato uno psicodramma reazionario»


Dopo l'annuncio unilaterale della revoca alla convenzione con Anddos da parte dell'Aics (giunta su esplicito invito di Lega Nord e Forza Italia), l'associazione colpita dal provvedimento ha deciso di non restare in silenzio e ha affidato la sua risposta da una lettera aperta:

Egregio Presidente Molea,
prendiamo atto con estrema amarezza della sua decisione di revoca unilaterale e immediata di affiliazione ad Aics di Anddos e dei suoi circoli. Tralasciando le gravi conseguenze del mancato preavviso, ciò che ci lascia davvero sconcertati è la mancanza di vere argomentazioni e cortesia ingiusticate.
Anddos, suo malgrado, è stata travolta da una valanga e strumentalizzata per mezzo di un servizio di intrattenimento (non di inchiesta giornalistica), che aveva come reale bersaglio la pubblica amministrazione e i suoi sprechi (o presunti tali). Un servizio, che come lo stesso inviato de Le Iene, Filippo Roma, ha confessato, è stato inviato alla redazione già confezionato da terze persone, che forse non prevedevano le disastrose conseguenze per tutta la comunità Lgbti.
Il servizio mostrava pezzi di realtà della vita dei Circoli che, se decontestualizzati, creavano artificiosamente una narrazione distorta e fuorviante. Sul merito del finanziamento improprio, invece, è stato da subito chiaro a tutti che fosse una bufala, perché il nostro progetto (gli sportelli di ascolto e antiviolenza) aveva tutti i requisiti richiesti da un bando pubblico ed era destinato all’Associazione nazionale non certo ai Circoli. Il fatto, comunque, ha colto anche noi alla sprovvista, tant’è che nel primo servizio non siamo stati intervistati.
Detto questo, ci saremmo aspettati un gesto di solidarietà da parte di chi ci aveva accolto apparentemente senza discriminazioni, non una porta sbattuta in faccia. Non ravvediamo alcun motivo che giustifichi le modalità da voi adottate, a partire dalla mancanza di un confronto diretto sulle nostre ragioni. Leggere la durezza di frasi come: “Non vogliamo avere niente a che fare con voi”, suona come una condanna morale che rifiutiamo sdegnosamente.
Le attività dei nostri Circoli sono sempre state rese pubbliche e note a tutti perché rivendichiamo la bontà del progetto Anddos nel suo insieme: creare luoghi di aggregazione, in cui le persone omosessuali possano trovarsi, socializzare, confrontarsi, sperimentarsi. L’associazione nazionale, inoltre, fornisce assistenza medica e psicoterapeutica, preservativi gratuiti, informazioni medico sanitarie. Nel caso poi di persone vittime di aggressione o persone in cammino nella transizione di genere, si aggiunge anche l’assistenza legale.
Il cammino di autodeterminazione e autoaffermazione delle persone con un orientamento sessuale considerato “diverso” è un cammino doloroso e lungo. Solo il conforto di persone che ce l’hanno fatta può aiutare ad orientarsi e a combattere quella che è una vera e proprio battaglia, con se stessi, con i propri familiari, parenti, amici, datori e colleghi di lavoro. Dare a tutti una mano non significa aver creato posti di perdizione e perversione come hanno voluto far credere.
Abbiamo la netta sensazione che si sia inscenato uno psicodramma reazionario tipico di quando i fenomeni cominciano a radicalizzarsi nella società. Le Unioni Civili sono state un duro colpo per tutta quella parte di società che vede la diversità come una minaccia ai valori di tradizione se non, addirittura, all’ordine pubblico.
A fronte di queste considerazione, avremmo pur capito, anche se a malincuore, una presa di distanza per ragioni politiche e di immagine pubblica, ma in sinergia.
A questo punto ci teniamo a farvi sapere che le nostre strade si dividono non solo per vostra coercizione ma anche per nostra decisione.
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