Brandi batte cassa: «I bambini sono in pericolo, la situazione è grave. Dacci i tuoi soldi»


Toni Brandi vuole i soldi. Tanti soldi. Tutti rigorosamente esentasse dato che la sua organizzazione politica viene vergognosamente riconosciuta come "onlus" dallo stato italiano nonostante operi a danno di interi gruppi sociali.
E se forse Brandi proverà un sadico piacere personale nel promuovere barbare torture psicologiche che possano spingere al suicidio gli adolescenti gay, pare che ciò non gli basti più. Sia mai che possa rischiare di ritrovarsi senza piccoli in tasca qualora gli dovesse venir voglia di beneficiare degli sconti sulle prostitute generalmente offerti grazie alla tessera della sua azienda di trasporti.

Secondo i dettami della peggior propaganda, è dalle pagine del sito della sua organizzazione politica che Brandi cerca di far leva sull'isteria e sulla paura per ottenere soldi. Soldi che, per sua stessa ammissione, sarebbe vorrebbe procurarsi anche derubando le coppie gay e appropriandosi di eredità illegittime. Solo un tal quadro si comprende come il presidente dell'associazione legata a Forza Nuova (con tanto di partecipazione dal parte del figlio di Roberto Fiore quale direttore della comunicazione) pare non provare vergogna nel sostenere che il suo appello sia «per la vita e per i bambini». Dice:

Cari amici della vita, siamo arrivati ad un momento decisivo… Dopo la scoperta che l’UNAR destinava fondi ad un’associazione LGBT collegata a orge gay e pratiche sessuali estreme, ProVita Onlus, minacciando azioni legali, ha rivelato alla stampa il nome dell’associazione gay (l’ANDDOS) e il fatto che il direttore dell’UNAR, Francesco Spano, conosceva bene le attività dell’associazione.

Da notare è come a scrivere queste righe sia quello stesso personaggio che parla di presunte «gaystapo» e fantomatiche «lobby gay» quando qualcuno ha osato sporgere denuncia contro gruppi o persone legate alle lobby di estrema destra. E questo nonostante quelle denunce presentassero prove ed argomentazioni, mentre le sue si basano esclusivamente su illazioni tutt'altro che dimostrate (tant'è che ormai neppure lui prova più a sostenere che quei fondi finissero ai circoli, trovandosi costretto a ricorrere ai soliti giudizi morali che è solito elargire contro tutto e tutti).

Sostenendo che lo scopo della sua personale "battaglia" sia quella di impedire la libertà di scelta dei pazienti degli ospedali, negare la pari dignità alle persone lgbt e distruggere chiunque si batta contro la discriminazione, Brandi aggiunge:

In seguito il direttore dell’UNAR si è dimesso … questa prima (piccola) vittoria deve spingerci a continuare la buona battaglia perché le azioni necessarie per difendere la Vita e la Famiglia sono molte e abbiamo assolutamente bisogno del tuo aiuto! Inoltre, abbiamo difeso anche in Parlamento, il diritto alla Vita dei pazienti e la coscienza dei medici contro il disegno di legge che introduce subdolamente l’eutanasia.

Ricorrendo ad un procurato allarme e cercando di cavalcare la paura verso il fantomatica "ideologia gender" che proprio la sua gente ha teorizzato, creato e diffuso nonostante l'assurdità del sostenere che qualcuno possa "scegliere" il proprio genere al posto di riconoscerlo, l'uomo arriva alla sua richiesta di denaro:

Ora però c’è bisogno urgente del vostro contributo, perché abbiamo progetti importanti e ci sono pericoli imminenti da scongiurare: vogliamo intraprendere azioni legali contro l’UNAR e contro associazioni LGBT che si siano eventualmente rese reponsabili di reati; condurremo una vasta campagna contro l’eutanasia per sensibilizzare l’opinione pubblica contro il pericoloso ddl sulle DAT; vogliamo intensificare la battaglia alla Camera dei deputati per i nostri bambini. La situazione è grave: è arrivato infatti il testo unico del disegno di legge che vuole imporre per legge l’educazione gender nelle scuole fin dalle materne! Si hai letto bene. E noi di ProVita cercheremo di bloccare in ogni modo (all’interno delle commissioni parlamentari e all’esterno) l’approvazione di una legge del genere!

Sarà, ma probabilmente nessuna legge presentata in parlamento vorrà introdurre qualcosa che manco esiste. Magari esisteranno progetti che mirano ad educare al rispetto e alla tolleranza, ma sarebbe eticamente corretto parlare dei veri contenuti al posto di cercare consensi sostenendo che è «per i bambini» che si vuole negare loro ogni libertà ed è «per i bambini» che si vuole garantire la persecuzione di chiunque non si uniformi al loro pensiero unico e non si genufletta dinnanzi alla sua abiezione totalitarista.
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