Chiesta l'archiviazione per le denunce contro il Cassero: non fu vilipendio
La Procura ha chiesto l'archiviazione della denuncia presentata dagli ambienti di estrema destra contro una serata organizzata al Cassero di Bologna.
Mentre il vescovo Caffarra si lanciò in un paragon con l'Isis e parlò della fine della democrazia, quelle stesse persone che da anni giustificano l'odio omofobico come una lecita «libertà di espressione» si scagliarono contro una serata in discoteca sostenendo che fossero state pubblicate immagini blasfeme da punire mediante il ricorso alle leggi sul vilipendio alla religione. La denuncia venne materialmente sporta dai consiglieri comunali Valentina Castaldini (Ncd) e Marco Lisei (Fi), insieme al capogruppo regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami. Tutti e tre annunciano che si opporranno all'archiviazione.
L'intero caso mediatico appare però ingiustificato. La pm Morena Plazzi sostiene che quelle fotografie non furono prodotte per offenderw il credo cristiano, ma come «espressione, in forme certo criticabili per la qualità dei contenuti umoristico-satirici, delle istanze culturali e sociali promosse dall’associazione».
L'evidenza è dunque di una violenta lobby integralista che incita l'odio e pretende di poter punire qualunque critica contro la loro ideologia, quasi come se ritenessero inattaccabile l'uso politico che amano fare della religione. E di uso politico si parla, dato che non è certo il cristianesimo o Dio a giustificare la discriminazione e la violenza contro le minoranze.