Costanza Miriano: «Quella della De Mari è l'espressione di una civile opinione»
C'è da aver paura dinnanzi alla strumentalizzazione ideologica promossa da Costanza Miriano quasi quanto c'è da provare schifo all'idea che l'integralista venga pagata con denaro pubblico dalla Rai. Fatto sta che in quella sua costante crociata di promozione d'odio a danno di un'intera comunità, la donna pare capace di lanciarsi in una strenua difesa della signora De mari sostenendo che:
Cioè: dire che avere rapporti sessuali tra uomini utilizzando parti del corpo in un senso contrario a quello per cui esistono, può portare a incorrere nel rischio di patologie - documentatissime dai medici - è odio razziale, tipo quello che impediva a Rosa Parks di sedersi in autobus?
E si può essere rinviati a giudizio per l'espressione di un dato scientifico?
E poi: si può essere portati in tribunale per un'opinione?
Non un insulto, non un'accusa a una persona con nome e cognome, ma semplicemente l'espressione di una civile opinione?
Siccome in Parlamento non sono riusciti a fare la legge "antiomofobia", se ne fanno carico dei magistrati? Lo trovo molto, molto, molto preoccupante per tutti. Oggi è fuori legge un'opinione, domani un'altra.
A questo punti i casi sono due: o la signora Miriano non è capace di fare la giornalista e sta rubando denaro pubblico con il suo stipendio, oppure la donna sta consapevolmente cercando di alterare i fatti per proteggere la collaboratrice del suo compagno politico.
Il dato di fatto è che non tutto è opinione. Al bar la signora De mari potrà anche dire che i gay non esistono e che lei li schifa, ma se pubblicamente si sostiene che «da medico» si è certi che l'omosessualità sia «innaturale», che i gay siano «idioti che fingono di scoparsi» e che i passivi siano persone «affette da psicopatologie», poi bisognerebbe anche dimostrare che non si è in malafede nel legittimare il pregiudizio contro una comunità che la signora ha apertamente dichiarato di voler danneggiare con le sue uscite pubbliche.
E la storia che basti non nominare un nome e cognome per poter vomitare il proprio odio su un'intera comunità è un'aberrazione. Siamo dinnanzi ad un'asserzione che dovrebbe portarci a sostenere che Hilter stesse semplicemente esprimendo una lecita opinione mentre sterminava interi gruppi sociali nei suoi campi di sterminio. In fondo ce l'aveva con ebrei, zingari e gay, mica con un nome e un cognome.
Inutile a dirsi, anche il riferimento a Rosa Parks pare irrispettoso e stupido. Si cerca come sempre di decontestualizzare il discorso per cercare di schernirne il senso, eppure quando la signora De Mari invita ad abolire qualunque contrasto al bullismo nelle suole nel nome della sua fanta-scienza, il rischio che l'adolescente gay si trovi a doversi sedere sul retro dell'autobus è quantomeno attuale.
E che dire di come la Miriano suggerisca di formare petizioni volta a punire un gesto di J Ax e Fedez che pare lei reputa come un'intollerabile insulto verso quelli che lei sostiene siano state due milioni di persone (un dato che avrebbe fatto scompigliare dalle risate una qualunque giornalista seria). Ma come, la loro non è un'opinione? E pensare che non è neppure una frazione di ciò che la comunità gay si è sentita vomitare addosso dalla sua protetta...