Il M5S si unisce alla Lega contro il patrocinio dell'Università al Pride: «Mera esibizione volgare della sessualità»


Se nel resto del mondo è prassi comune che il mondo politico e della cultura partecipi ai Pride per rivendicare la pari dignità per tutte le persone, in Italia si assiste sempre alle costanti polemiche di chi sostiene che l'omofobia sia una lecita «opinione» e che la tolleranza sia da intendersi come una questione di partito.
Dopo le proteste della Lega Nord, a scagliarsi contro il patrocinio concesso dall'Università di Udine al Gay Pride cittadino è anche Maria Elena Porzio, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle. Attraverso un post pubblicato su Facebook, la pentastellata parla di una «ennesima “disattenzione” del Rettore Alberto Felice De Toni, che dichiara ufficialmente l'appoggio dell'Ateneo di Udine al Gay Pride». «Ma perché? Cosa c'entra l'Università con tale manifestazione? Se a dare il proprio supporto è un'associazione di studenti come l'IRIS, che risulta essere tra gli organizzatori della manifestazione, nulla da obiettare. Ma se a farlo è il rappresentante numero uno dell'Università, colui che dovrebbe fare dell'imparzialità e del “non coinvolgimento politico” una condizione sine qua non, la cosa va meno bene. L'Università dovrebbe essere super partes, dovrebbe camminare sulle strade dell'autonomia e della libertà, essere estranea a condizionamenti di ogni genere, che siano politicamente attivi o passivi».
L'ipotesi della consigliera è che si sia dinnanzi ad «un manifesto schieramento del Rettore a favore del Gay Pride e indirettamente a favore dell'Amministrazione che lo patrocina. Quindi un appoggio nemmeno troppo celato alle forze politiche che al momento governano questa città.
Che tutto questo darsi da fare sia necessario a guadagnarsi una futura candidatura nel PD, passando dalla professione universitaria a quella politica?».

E mentre alcuni commentatori notano che «i diritti civili non sono una questione di parte. I diritti civili sono una questione di tutti. Per tutti», il capogruppo del M5S a Udine, Fleris Parente, ha risposto indispettito alle critiche: «A chi, con troppa disinvoltura, ci dà dei fascisti e degli omofobi chiediamo: avete letto bene il post di Elena Porzio? Vi è forse un cenno di contrarietà al Pride in sé? Assolutamente NO».
Eppure non passa molto prima che l'uomo inizi a dire che «il diritto di tutti alla libertà di espressione è sacrosanto e il Pride ne costituisce un legittimo esercizio. A noi, se possiamo permetterci, piacerebbe che “Pride” fosse tradotto con la più nobile parola “fierezza”, fierezza d'essere ciò che si è e di volerlo affermare di fronte al mondo, per ricordargli l'impegno a lottare contro ogni forma di violenza e discriminazione verso chi sentiamo diversi da noi, verso chi è spesso costretto a vivere nell'ombra a causa dei nostri pregiudizi. Semmai, e proprio per quanto appena detto, riteniamo anacronistiche, nelle parate, certe forme di espressione che sembrano ridurre il diritto di rivendicare il proprio orientamento sessuale in mere esibizioni, spesso volgari, della propria sessualità».

Precisato esista un "noi" e un "loro", dai pentastellati giunge anche la solita condanna morale di chi pare basare le sue convinzioni sul più becero pregiudizio. Evidentemente siamo dinnanzi a chi legge troppa stampa propagandistica senza neppure verificarne la veridicità... e pensate gli sarebbe bastato chiedere all'Appendino, dato che il sindaco M5S di Torino era in prima fila non certo impegnata in «volgari esibizioni».
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