Il Timone: «L'omoeresia indica chi nega che la tendenza omosessuale sia un disturbo della personalità»


«Il pensiero omoerotico nel mondo cattolico promuove omosessualismo e gender. Partito da lontano è arrivato ai vertici della Cei dove ha imposto un solo modo di affrontare l'omosessualità: accettandola. E si è costruito con manifesti e libri veicolati da preti e tollerati dai vescovi. Per cambiare la dottrina e distruggere famiglia e creazione».
Esordisce così lo speciale de Il Timone su una fantomatica da tempo pubblicizzato da Riccardo Cascioli. Sin dall'introduzione pare difficile non osservare il ricorso a termini coniati da Forza Nuova misti ai neologismi con cui l'adinolfiniana Silvana De Mari vuole negare l'esistenza stessa dell'omosessualità. Ma forse non sarebbe potuto essere diversamente dato che a firmare l'ennesima pagina d'odio troviamo sempre il solito Andrea Zambrano che cita sempre le stesse persone (de Renzo Puccetti a padre Carbone).

Lo speciale esordisce domandandosi perché mai delle librerie cattoliche tollerino dei libri «dove l'omosessualità è presentata come una normale variante della sessualità» e si sostiene che «tutto ha inizio nel '68 ai tempi della rivoluzione sessuale» (sic!).
Spergiurano che «ci fu un prete cattolico, Charles Curran, che difese l'uguaglianza degli orientamenti omosessuale ed eterosessuale. Da quel momento la teologia morale cattolica ha iniziato ad accettare, a piccole dosi, pronunciamenti ambigui, una deriva che oggi ha intossicato il pensiero cattolico». Ed immancabile è anche il solito tentativo di accostare omosessualità e pedofilia, sostenendo vi siano state «incursioni» inaccettabili come quel don Ciotti che osava sostenere che «un vescovo può tranquillamente essere gay» o come «don Domenico Pezzini, fondatore di diversi gruppi negli anni '80 di cristiani omosessuali come la Fonte o il Guado, che è stato anche condannato per abusi su un ragazzino». Caso vuole che quel sacerdote sia stato condannato a 10 anni di carcere mentre don Inzoli è libero di partecipare ai convegni di Adinolfi nonostante le accuse verso di lui siano assai più gravi. Ma ad infastidire Zambrano è soprattutto come quel prete osasse dire che un figlio gay va «accolto e dunque accettato».
Lodato il direttore di Avvenire per il suo attacco a chiunque dissenta dal pensiero integralista ed attaccati i prelati che accettano l'omosessualità, l'integralista arriva a sostenere che «siamo di fronte ormai ad una vera e propria teologia omosessualista, che nelle diocesi si fa pastorale». Di don Carrega sostiene che si sia reso colpevole di «molte uscite pubbliche a favore degli atti contro natura, che il magistero ancor oggi definisce disordinati e peccaminosi». L'elenco è lungo e cita con disprezzo chiunque osi avere opinioni diverse da quelle di un integralismo che condanna chiunque osi dissentire dai loro dogmi senza far parte della loro lobby (come nel caso di Adinolfi, il divorziato promosso a simbolo della famiglia tradizionale in virtù della sua sottomissione al pensiero unico di un gruppo politico che ama strumentalizzare la religione per la sua convenienza).
Si criticano le donne e si sostiene che sia colpa delle suore se «il gender» si è insinuato nella Chiesa, così come si ama rileggere a proprio uso e consumo la Bibbia lamentano come Galantino difendesse «un filone secondo cui il motivo della distruzione [di Sodoma] sarebbe da ricercare nel fatto che i sodomiti non erano accoglienti con gli stranieri». In realtà più che dirlo Galantino lo dice la Bibbia, ma si sa che questi personaggi paiono ignorare i passaggi che non servono alla loro missione politica. E dopo cinque pagine di aria fritta, Zambranosentenzia che «omosessualismo, omoeresia, gender, non sono altro che declinazioni di un attacco portato in seno al cruore della Chiesa. Per distruggere la famiglia e in definitiva la creazione». Non è dato di sapere su che basi lo sostenga ma, evidentemente, ogni sua parola deve essere vista dai suoi proseliti come come un dogma di fede.

La terminologia. Per la terminologia suggerita ai lettori, lo speciale di Riccardo Cascioli si rifà a un libro di Roberto marchesini edito proprio dal suo giornale, in quel ciclo vizioso in cui si auto-cita come argomentazioni alle sue tesi. Sostiene che «secondo l'ideologia di genere o gender, il genere non ho nullo a che fare con il sesso. Questa filosofia che si ispiro al pensiero costruttivista dice che chi nasce maschio può diventare indifferentemente uomo o donna e cosi per chi nasce femmina. Lo realtà è che sesso e genere non hanno alcun tegame tra loro: non esiste nessun progetto ne natura umana, nessun fine, nessuna direzione».
In realtà le teorie di genere non dicono esattamente queste cose, ma si sa che per questa gente è più facile creare una verità fittizia in modo da poterla attaccare con maggiore facilità.
E riguardo alla fantomatica «omoeresia» di cui Cascioli parla ossessivamente, è citando un'intervista di marchesini pubblicata proprio sui siti di Cascioli che sostengono si tratti di «un rifiuto del Magistero della Chiesa sull'omosessualità. I suoi sostenitori non accettano che la tendenza omosessuale sia un disturbo della personalità. Mettono in dubbio che gli atti omosessuali siano contro la legge naturale. I difensori dell'omoeresia sono o favore del sacerdozio per i gay. L'omoeresia è uno versione ecclesiastica dell'omosessualismo».

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