La Hazte Oír porta a New York i suoi autobus di promozione della transofobia
Non si può cambiare il sesso. Il sesso è deciso dai cromosomi e le persone transessuali non devono esistere per "rispetto" a chi non le tollera. L'insulto è libertà di parola, ma solo quando è contro i gay dato che ogni commento sulla religione deve essere ritenuto intollerabile.
È questo il messaggio proposto dal pullman anti-gender che l'organizzazione ultracattolica spagnola Hazte Oír (la stessa per cui lavora Filippo Savarse, leader della Manif pour tous) ha veicolato su un autobus inviato per le vie di New York. L'obiettivo è quello di diffondere odio in una delle città più tolleranti degli Stati Uniti.
L'organizzazione spagnola è nota per la sua abitudine a sfruttare politicamente il vittimismo, motivo per cui ha reso celebre quell'autobus dopo il sequestro avvenuto in Spagna ed ora rilancia la sua crociata di promozione della transofobia minacciando apertamente Chelsea Clinton e le sue proteste contro l'iniziativa. Tutto questo, al solito, millantando l'idea che l'odio sia una libertà di parola che sia bello essere politicamente scorretti (anche se ciò li dovrebbe portare a rivalutare Hitler e a lodarlo per essere andato contro corrente con le sue teorie sulla razza).
«È la biologia» si legge sul lato dell'autobus. «I bambini sono bambini e sempre sarà così. Le ragazze sono ragazze e sempre sarà così. Non è possibile cambiare sesso. Il rispetto è verso per tutti». Ma a differenza dell'autobus che ha creato polemiche in Spagna, l'organizzazione ha evitato di menzionare le parole "pene" e "vagina". Impossibile è non osservare come l'organizzazione finga di sostenere che il sesso biologico e il genere debbano essere ritenuti sinonimi, così come non si capisce perché non sia ccontentino di poter scegliere per sé stessi ma pretendano di imporre la loro visione binaria della vita agli altri. Cosa cambia nelle loro vita se una transessuale si opera? Nulla, eppure loro vorrebbero poterlo vietare.
L'iniziativa è stata sostenuta da CitizenGO, dalla International Organization for the Family e dalla National Organization for Marriage di Brian Brown.