Lugano, tre consiglieri del PPD sostengano che il risotto valga più dei diritti civili e che il turismo gay sia sgradito


Ormai tutto il mondo è paese e c'è sempre qualche politico pronto a cercare visibilità attraverso l'ostentazione della sua omofobia. Capita così che dinnanzi all'annuncio di un gay pride a Lugano, i consiglieri comunali PPD Armando Boneff, Sara Beretta Piccoli e Angelo Petralli si siano lanciati in una interrogazione tragicomica.
I tre consiglieri comunali affermano: «Circola la notizia che l’anno venturo, fra giugno e luglio, Lugano ospiterà la prima “marcia dell”orgoglio omosessuale o “Gay Pride” sul suolo ticinese, e che l’accordo è già stato sottoscritto dal Municipio con le organizzazioni coinvolte: Imbarco Immediato, Network e Zonaprotetta. Secondo i media si attende una partecipazione compresa fra le 3.000 persone riunitesi a Friburgo nel 2016 e le 8.000 di Sion nel 2015. I sottoscritti, pur rispettosi di ogni diversità, mal comprendono il motivo per cui, in un periodo di difficoltà finanziarie e di conseguente razionalizzazione delle risorse, il Municipio accetti di promuovere una nuova manifestazione folcloristica di nicchia, certamente per taluni aspetti controversa, ma soprattutto onerosa per l’organizzazione logistica e del servizio d’ordine, estranea alle nostre tradizioni, mentre sono stati tolti i finanziamenti allo storico carnevale luganese e addirittura si paventava di lucrare sull’affitto delle infrastrutture destinate alle associazioni cittadine riconosciute. Deboli sembrano essere argomentazioni di altra natura, "come l’attrattività turistica o l’indotto economico della manifestazione. Le cinquemila persone che dovrebbero sfilare in buon ordine sul lungolago cittadino (questa la media dei partecipanti tra Friborgo e Sion), sono l’equivalente delle porzioni di risotto servite durante l’ultima edizione del carnevale Sbroja».
Insomma, i diritti civili varrebbero meno di un risotto sulla base di chi sostiene che la sessualità e la dignità umana non appartengano alla sua "tradizione".
Nell'interrogazione si chiede anche se «la Città è disposta è pronta a legare il suo nome a questo tipo di manifestazioni» o se «ritiene il Municipio che autorizzare il Gay Pride sia compatibile con il target dei turisti che abbiamo attirato».
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