Sandro Busolo contro lo stigma promosso da Cairo: «I sieropositivi non sono angeli della morte»


Pare difficile rimanere impassibili dinnanzi allo sciacallaggio con cui il settimanale "Giallo" di Cairo Editore ha cercato di creare sensazionalismo attraverso il più bieco ricorso allo stigma sociale contro un intero gruppo sociale. Appare anacronistico e inaccettabile che nel 2017 un editore possa sostenere che si debba «tremare» dinnanzi ad una persona sieropositiva dopo aver sbandierato quel dato sensibile ai quattro venti.
Ed è dinnanzi a tutto ciò, Sandro Busolo ha deciso di non tacere ed è dalle pagine del suo blog che ha risposto con indignazione all'ennesimo sciacallaggio mediatico:

Scoop! Marco Prato ha l’HIV e il mondo dei festini romani trema…

Cari giornalisti in cerca di una notizia sensazionale per far vendere le vostre raccolte di carta igienica:
1- la privacy ve la siete dimenticata?
2- secondo voi in mezzo alle orge di sieropositivo c’era solo lui?

Gli articoli che in queste ore si moltiplicano sul web cambiando solo la disposizione delle frasi, hanno un fondamentale e gravissimo bug al loro interno da estirpare: siamo nel 2017, in quasi tutti i paesi civilizzati c’è la PrEP (da noi ovviamente no), è scientificamente testato che un sieropositivo in cura con antiretrovirali e quindi viremia azzerata non è infettivo. Qualche giorno fa la notizia miracolosa delle guarigioni grazie al vaccino spagnolo.

E noi.. in un secondo.. torniamo a Philadelphia (1993).
Essere sieropositivo equivale ad essere l’angelo della morte.

Un editore decide di pubblicare in prima pagina un caso di HIV+ come se fosse la peste, fregandosene bellamente di chi cerca ogni giorno di fare qualcosa per combattere lo stigma sociale in un mondo di persone dallo shaming facile.
Io mi chiedo quale sia la preparazione culturale richiesta per poter pubblicare su carta stampata.. probabilmente sapere il testo della Macarena!
Per non parlare del fatto che comunque le orge mica le fanno solo a Roma (gli piacerebbe ai romani tornare ad essere quelli dell’impero!), quindi se uno ha un minimo di cervello, più che preoccuparsi di Marco Prato che ha già un futuro molto triste davanti, che vadano ad interrogarsi su quanti ragazzi in cerca di un’emozione in più rischiano di farsi del male. (A tutti consiglio di guardare il documentario “Chemsex”).

Di certo noi che prendiamo le medicine per star bene non è che siamo felici di essere pazienti a lungo termine, ma pensando ai problemi più grossi che la nostra specie incontra nella vita moderna come le malattie vere (quelle che ti obbligano a vivere da verme e ti fanno andare in Svizzera a compiere il suicidio assistito), direi che convivere con un virus dormiente al prezzo di una pillola al giorno non è poi tutto questo dramma.
Che poi presto non sarà nemmeno più una pastiglia al giorno, ma un’iniezione ogni tre mesi.

Ma tornando a questo giornalismo racimola spiccioli.. l’unica cosa di cui mi dispiace davvero è che certa gente ai titoloni delle riviste ci crede, perchè non sa pensare con la propria testa. Queste persone aumenteranno il proprio pregiudizio su chi vive con l’HIV, sui gay e su chi vuole divertirsi in modo diverso dal pizza-cinema.
Sì, perché fare le orge mica è un reato! sarebbe come dire che andare in chiesa è da pervertiti… perché non c’è selezione alla porta e perché tutti prendono la particola dalle mani della stessa persona.
Questo articoletto di oggi mi riporta furente a quelli dei giorni scorsi sui festini di Milano, dappertutto di evidenzia la parola “estremo”. Come se il fatto di essere in tanti ed avere delle droghe sul fornello significhi obbligatoriamente procurarsi un arresto cardiaco o uccidere qualcuno a coltellate. Invece di rincorrere lo scoop sfruttando il malessere della gente, bisognerebbe aiutarla.

Che poi… suvvia… le persone che praticano il sesso di gruppo sotto effetto stupefacente sono una minoranza della minoranza. Sono quasi tutti consapevoli e consenzienti nella ritualità di un atto pagano di godimento fisico che non ha bisogno di essere giudicato o approvato. Non sono tanto diversi dai tifosi dello stadio che lanciano fumogeni, anche se questi ultimi sono numericamente molti di più.
Le droghe circolano lo stesso: davanti le scuole, nei locali, al parco. Il sesso lo si fa sempre e comunque: nei cessi, nei parcheggi, in auto. Mentre voi vi indignate dei festini gay forse i vostri figli fanno pompini per 20 euro. La gente si uccide comunque: in famiglia, fra eterosessuali, fra marito e moglie, nella famiglia tradizionale… soprattutto!
Ma noi siamo italiani, legati al fascio… sì, perché da bravi fascisti di seconda generazione noi prendiamo su tutta l’erba insieme, senza selezionare e dividere le informazioni in base alla rilevanza e alla pertinenza.
Lasciate stare quel bersaglio facile e smettetela di mettere su articoli con i luoghi comuni che sapete funzionano sulle masse… andate a fare il giornalismo vero, quello che aiuta il mondo, non quello che vi fa l’incremento a fine mese.
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