Uno studio rivela che gay e lesbiche vengono penalizzate sul posti di lavoro per il timbro della loro voce
Gay e lesbiche vengono discriminati sul posto di lavoro e non accedono a cariche importanti a causa del suono della loro voce. È quanto emerge da uno studio dell’University of Surrey ed effettuato in Italia.
I ricercatori hanno fatto ascoltare a 40 uomini eterosessuali la voce di omosessuali ed eterosessuali, mostrando loro una fotografia di chi parlava senza rivelare nulla riguardo al loro orientamento sessuale. Successivamente si è chiesto loro di esprimere un’opinione sui candidati, esprimendosi sulla loro possibile idoneità a diventare amministratore delegato e allla loro retribuzione mensile. Ne è emerso che gay e lesbiche venivano ritenuti inadeguati al ruolo e che il loro timbro di voce, troppo acuto per gli uomini o troppo rauco per le donne, veniva indicato come il fattore determinante per tale scelta.
Una voce più tradizionale veniva interpretata dagli ascoltatori come un fattore che rendesde i candidati più adatti all’incarico lavorativo e meritevole di uno stipendio più alto.
Fabio Fasoli, a capo dello studio, ha osservato: «I risultati dimostrano che il semplice suono della voce è sufficiente a far scattare degli stereotipi, emerge che nonostante tutto il lavoro per ridurre la discriminazione contro la comunità LGBT, le persone incasellano un individuo prima ancora di conoscerlo. Ed è evidente che nel lavoro e nella carriera, è un vero problema».
In un altro studio, ai partecipanti è stato chiesti di ascoltare due voci e di immaginare quali fossero i loro interessi. Alle voci di persone gay, gli ascoltatori hanno immaginato attività tradizionalmente meno “maschili”, escludendo calcio e indicando la danza. Quando ai partecipanti di sesso maschile è stato chiesto se volessero conoscere chi aveva una voce meno mascolina, hanno risposto che avrebbero evitato. Secondo Fasoli, «il fatto più preoccupante dello studio è l’atteggiamento inconscio dei partecipanti: gli uomini etero eviterebbero di scegliere un gay come amico. Il che dimostra che, consapevoli o meno, nella nostra società c’è un livello inaccettabile di discriminazione nel confronti della comunità LGBT».