Brandi sostiene che con la legge sul fine vita lui si sarebbe già suicidato. Dunque è il vuoto normativo ad avergli impedito di gettarsi da un ponte?


L'organizzazione di estrema destra "Provita onlus" non è certo nota per la sua etica, ma grave è che si tolleri possa andare in giro ad elemosinare firme contro una norma mentre si mente ai firmatari riguardo a ciò che il testo prevederebbe. In un filmato diffuso in rete, il loro presidente dichiara:

Io, nell'inverno '92-'93 a Praga e verso la fine del 2013, volevo la morte perché ero in una depressione molto profonda dinnanzi a problemi che non sapevo risolvere. Se in quel momento fosse venuto un medico con una siringa che mi avesse detto: "Toni, tra cinque minuti tutto è finito", io avrei accettato la morte. Alcuni mesi dopo, quando tutto si è sistemato, mi sono spaventato al solo pensiero assurdo che io avevo avuto.

L'invito finale è ovviamente a firmare la loro petizione per fermare una legge che Brandi sostiene permetterà il suicidio assistito. Peccato che non sia così. La realtà è che la legge non prevede in alcun modo la possibilità di ottenere iniezioni letali, ma solo la possibilità di chiedere la sospensione delle cure, ivi compresa l'alimentazione e l'idratazione. La legge non contempla in alcun modo il suicidio assistito e nemmeno l'eutanasia, ma semplicemente l'attuazione di quella libertà di cura che contenuta nell'articolo 32 della Costituzione, nella quale si stabilisce che se non c'è il consenso del paziente ad una certa terapia, il medico non può procedere con essa.
Appare facile anche osservare che se Brandi avesse davvero voluto suicidarsi, nessuno gli avrebbe potuto impedire di buttarsi sotto un treno o di gettarsi da un ponte, ma di certo nessun medico avrebbe mai potuto proporgli un'iniezione letale. E così avviene in ogni parte del mondo, tant'è che anche nei Paesi in cui è contemplata l'eutanasia, chi è in depressione si suicida, mica va in ospedale.
E allora perché fare volutamente disinformazione? Probabilmente l'obiettivo è quello di far credere ai suoi seguaci che i medici potranno andare in giro ad ammazzare la gente, negando come il provvedimento serva principalmente a persone in fase terminale che risultano condannate a soffrire senza alcuna speranza di guarigione. Ma probabilmente il racconto della realtà non gli avrebbe portato ad ottenere facili consensi, la disinformazione sì.

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