Il 25 aprile di Spina ed Amato con un patrocinio che pare non sia mai stato concesso


Il 25 aprile di Gianfranco Amato pare sia stato volto a riportare in auge quei distinguo che si sperava fossero stati cancellati con la morte del fascismo. Durante i suoi convegni l'integralista sostiene di dover avere più diritti civili degli altri in virtù di come lui si vanti di eiaculare nella vagina di una donna e, nel caso della sua conferenza per la Festa della Liberazione, al suo fianco c'era pure l'arcivescovo Spina pronto a benedire quell'ideologia del disprezzo.
In realtà non pare di essere dinnanzi nulla di nuovo, dato che il fatturato di Amato di basa ormai solo sulla promozione dell'odio ed è necessario che faccia cassa se vuole continuare a pagare alla diocesi di Gerusalemme quei soldi che gli permettono di avere il diritto di passo nelle chiese come cavaliere dell'Ordine equestre del santo sepolcro di Gerusalemme. Dall'altra parte c'è quel vescovo di Sulmona,da tempo invita all'illegalità a danno di gay e lesbiche sostenendo che il suo cristianesimo non sia amore ma odio verso il prossimo. Il vero smacco risultava il patrocinio da parte del Comune di Popoli, anche se la stampa segnala come nell'albo pretorio non vi sia alcuna indicazione di alcuna delibera in tal senso.
Se ricordiamo come Gianfranco Amato abbia già vantato finti patrocini da parte della Regione Piemonte, dell'Università Sapienza di Roma e da alcuni Comuni che mai si erano sognati di accostare il proprio nome a quei comizi integralisti, il timore che anche in questo caso di possa essere dinnanzi ad un abuso dei simboli dello stato pare più che lecito. In fondo ogni suo abuso non è mai stato punito e c'è da domandarsi perché mai gli altri siano così stupidi da seguire le regole quando si può abusare del nome della collettività a proprio vantaggio senza manco prendersi la briga di presentare regolare domanda.
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