La Corte Costituzionale ungherese boccia l'ordinanza omofoba del sindaco di estrema destra


La Corte Costituzionale ungherese ha bocciato l'ordinanza emessa dal sindaco di estrema destra di Ásotthalom che proibiva la costruzione di edifici che non fossero destinati elusivamente alla religione cattolica e che introduceva la legge russa sulla cosiddetta "propaganda gay sui minori".
I quindici giuridici, all'unanimità, hanno osservato che nessuna ordinanza può introdurre leggi o ledere diritti fondamentali come la libertà religiosa e quella di espressione. Per questo motivo ogni effetto dell'ordinanza è stato annullato con effetto retroattivo.
Secondo Daniel Holländer del Budapest Pride, il respingimento dell'ordinanza è «una buona notizia» ma «quello che non mi convince è che la corte costituzionale si è espressa in modo molto ambiguo. Nonostante venga condannata la repressione della libertà religiosa e della libertà di espressione, ben tre dei cinque giudici che hanno respinto l’ordinanza sostengono che la cosiddetta "islamizzazione" dell’Europa possa rappresentare un problema, mentre invece non si parla di questioni legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere».
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