Le Iene si occupano dell'antisemitismo e dell'omofobia fomentati dai siti bufala


Le Iene si sono occupate della ragazza che si è ritrovata a vedere una sua fotografia usata per una notizia bufala pubblicata da quel network di disinformazione che risulta gestito dall'ex-imprenditore edile Vincenzo Todaro, in uno scenario raccapricciante in cui lui e la sua ragazza venivano associate alla notizia di una coppia lesbica che avrebbe ucciso la figlia.
Todaro divenne famoso per aver diffuso una notizia buffala in cui sosteneva che due ragazze italiane rapite in Siria avrebbero fatto sesso consensuale con i guerriglieri, trovando l'interessamento di Maurizio Gasparri che si affettò a rilanciare la bufala. L'autore della bufala si vantò dell'accaduto e dichiarò che «il trucco per attirare l’attenzione delle persone è cercare notizie valide e riscriverle dando il nostro taglio, fare un titolo d’effetto e cercare qualche immagine forte. [...] Non escludo però che Catena Umana possa evolvere in un movimento o in un partito».
Catena Umana è uno dei siti del network, ossia un minestrone fatto di bufale e di articoli dalle immagini forti che accompagnano notizie a sfondo razziale, omofobo e intollerante. Il tutto all'evidente fine di sfruttare l'odio e ottenere facile condivisioni sui social network di pagine infarcite di pubblicità.
Le Iene mostrano alcune falsificazioni, come una modella russa sfigurata dall'ex ragazzo perché voleva troncare la relazione che sulle pagine di Catena umana diventava una moglie che aveva tradito il marito con un marocchino e che le aveva prese insieme all'amante. Il tutto con il solito elemento razziale che serve ad ottenere condivisioni. Ed ancora un video di un maestro di arti marziali viene spacciato per un italiano che stende «quattro nigeriani» che avrebbero infastidito la sua fidanzata. Tutte notizie confezionate su siti bufale che vengono promosse attraverso innumerevoli pagina Facebook in grado di garantirne la diffusione e incrementare i guadagni. Tant'è che Todaro si occupava anche di acquistare pagine Facebook pagando 700 euro per centomila fan, duemila euro per duecentomila fan.
Intervistato da Matteo Viviani, Todaro se c'è uscito anche il parlare di «froci» o nell'asserire che «si sta parlando di lesbiche, quindi non di persone normali come noi».

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