La Chiesa Protestante Unita al Toscana Pride di Arezzo


Una delegazione del Decanato nazionale e della comunità fiorentina ha partecipato, lo scorso 27 maggio, al Toscana Pride 2017 di Arezzo. Un corteo pacifico di alcune migliaia di persone che si è snodato nello storico centro del capoluogo aretino davanti ad alcuni dei monumenti simbolo della città della Chimera.
«E' stata una esperienza davvero molto bella, sobria eppure vivace nella pluralità e nei colori - ha dichiarato il Rev. Andrea Panerini, Decano nazionale della Chiesa Protestante Unita - pacifica eppur di una grande forza rivendicativa che ha anche rimandato al mittente tutti i pregiudizi sui Pride come feste carnevalesche e mi riferisco in particolar modo al Sindaco di Arezzo che ha rilasciato precedentemente delle dichiarazioni inaccettabili in un paese civile e democratico e che ha dimostrato non solo poca carità cristiana ma anche un analfabetismo politico e culturale preoccupante.»
Uno degli argomenti che ha tenuto banco è stata anche l'assenza, per il secondo anno consecutivo, del gonfalone del capoluogo regionale, ovvero del Comune di Firenze. A tal proposito il Rev. Panerini ha affermato che «mi vergogno di essere cittadino di Firenze e di avere un Sindaco che non rappresenta tutta la città ma solo la frangia più clericale, papista e cattolica conservatrice. Questa, assieme ad altre, sono ferite gravi al tessuto civico e morale della città e che dimostrano come Nardella calpesti i più elementari diritti civili e di libertà religiosa, come anche per alcune nostre iniziative e per la ricerca di un luogo di culto per gli islamici. La recente emersione di un epistolario riservato con l'Arcivescovo cattolico di Firenze getta ombre ancora più sinistre sia sulla Curia fiorentina che sul primo cittadino che dovrà rispondere del proprio operato di fronte alla cittadinanza.»
Infine il Decano della Chiesa Protestante Unita si è dichiarato amareggiato, nonostante l'esito finale altamente positivo della manifestazione, di alcuni atteggiamenti del Comitato organizzatore: «La parata è stata bella e colorata ma l'attività del Comitato organizzatore e la sua composizione non è stata altrettanto bella, colorata e plurale. Abbiamo tenuto fino ad ora silenti queste considerazione per non turbare l'atmosfera di festa e per non creare problema, ma ora è giusto parlare con evangelica franchezza. Noi siamo stati rifiutati perché Chiesa cristiana (anche se all'interno delle nostre comunità operano gruppi tematici LGBTQ), quando invece la presenza proprio di una Chiesa nel Comitato avrebbe dato un messaggio dirompente, e assieme a noi sono stati rifiutati altri soggetti laici che sarebbero stati utili e preziosi anche nell'ottica di una vera pluralità. E tutto questo con la motivazione che solo i soggetti "integralmente" gay e lesbici potevano farne parte. Questa è una autoghettizzazione del movimento LGBTQ che ci addolora moltissimo e che, a nostro avviso, è profondamente sbagliata. Noi, l'anno prossimo, riproporremo la nostra candidatura perché questa tematica e il Pride stesso non è proprietà solo di alcuni soggetti ma di tutte le associazioni, le Chiese, gli individui di buona volontà che hanno a cuore i diritti e la dignità delle persone LGBTQ» ha concluso Panerini.

Fonte: La pagina cristiana
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