Dopo Adinolfi arriva il duce sulla bacheca di Luigi Merogliano


Per anni Luigi Merogliano è stato il volto napoletano del patito di Mario Adinolfi, perlomeno alla rottura dello scorso aprile giunta dopo che l'ex missino ha lamentato un comportamento dittatoriale da parte del suo leader. Insieme ad Adinolfi amava mostrare la Bibbia durante i suoi comizi e frequentava le chiese evangeliche alla ricerca di nuovi elettori sulla base di una linea politica interamente basata sull'abuso del sentimento religioso atto a promettere discriminazioni giustificate nel nome di Dio. Risulta anche tra i relatori dei convegni omofobi organizzati da Gandolfini ma non riuscì a conquistare l'ambito palco del family day (di cui risulta comunque parte dello staff, impegnato a fotografare bambini a cui era stata assegnata un'etichetta con il loro sesso di nascita).

Ma a riconfermarci quale sia la reale matrice ideologica di chi inneggia ad Adinolfi pare essere il messaggio che l'ex esponente del "Popolo della famiglia" ha pubblicato sulla sua pagina Facebook in onore di quello che lui definisce un «martire della rivoluzione irlandese». La fotografia allegata mostra un poster dedicato a Bobby Sands e decorato con tante croci celtiche, saluti romani e persino fotografie di Mussolini. Sono presenti che simboli che inneggiano all'I.R.A. e che non è ben chiaro se faccia riferimento a quella nuova fazione che si rese responsabile di sanguinosi atti terroristici.
E il fatto non appare nuovo dato che la sua vicinanza con l'estrema destra appariva evidente anche durante la sua militanza nel patito di Afinolfi, tant'è che nel novembre del 2016 pubblicò alcune immagini che lo mostravano mentre prendeva parte alla messa organizzata dagli Arditi d'Italia tra i "mi piace" lasciati dai fedelissimi di Adinolfi. Il simbolo che si vede chiaramente sulle fasce è quello della FNAI, ossia il gruppo fondato da Mussolini il 23 ottobre 1922 come gruppo fedele al fascismo.

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