Il Giornale cavalca pure il pettegolezzo pur di promuovere l'omofobia


È usando toni che generalmente riservate a vittime di stupro o di altre gravi violenze che Il Giornale è tornato ancora una volta ad incitare i suoi lettori all'odio omofobico attraverso il tentativo di strumentalizzare e ricamare tanta dietrologia una storia di cui propone un'unica campana. Citando solo e soltanto le isteriche prese di posizione di un gruppetto «nato per combattere la diffusione delle teorie gender nelle scuole locali», un articolo sostiene che «sono almeno tre i bimbi che hanno trovato il coraggio di raccontare quanto sarebbe successo mercoledì scorso in una terza elementare dell'Istituto Comprensivo di San Pietro in Casale: un vero e proprio matrimonio omosessuale, benedetto dalle maestre».
Il giornalista parla di «due maschietti di fronte ad un immaginario altare, il fatidico sì e poi (forse) pure il bacetto gay». In realtà non viene fornito alcun dettaglio sulla vera natura della lezione in oggetto, quasi bastasse raccontare ciò che "forse" è successo per lanciare invettive utili a promuovere una precisa area politica.

L'articolo parla poi di «di lezioni a dir poco particolari che le maestre avrebbero imposto alle loro classi». Il tutto preoccupandosi sempre di far intendere che ai ragazzi sarebbe stato imposto qualcosa, nonostante i diretti interessati non siano stati interpellati e la fonte di quelle presunte resta una tizia «che vuole rimanere anonima». Ed ancora, si dice che la storia debba essere necessariamente intesa come una verità rivelata perché confermata su Internet da un'altra tizia che parla di quel fantomatico "gender" che pare esistere solo nella mente degli integralisti. Dice l'articolo:

Se tre indizi fanno una prova, le testimonianze degli scolaretti dovrebbero bastare per montare un caso. Potrebbe trattarsi di una bugia inventata dal comitato, direte. Difficile, visto che oggi è arrivata la conferma via Facebook di una mamma non iscritta al movimento. "Il gender a scuola di mia figlia ha già prodotto i suoi primi effetti -scrive Silvia Claudia Rossi- In classe spesso giocano a fare i matrimoni fra loro. Ieri ho saputo che finalmente hanno celebrato il primo matrimonio gay fra due maschietti! Con relativo bacio degli sposini".

Basterebbe comprendere l'italiano per capire che la signora parla di voci sentite nei corridoi, eppure tanto basta a Il Giornale per asserire:

Non è facile la vita in Emilia Romagna per chi vorrebbe avere "pieni diritti" nella scelta educativa dei bambini. "Quest'anno - racconta l'esponente di Insiemepossiamo - abbiamo già dovuto lottare contro lo spettacolo teatrale Fa'afafine, che racconta la storia di un ragazzo né maschio né femmina, e contro un festival della letteratura dove regalavano libri sull'identità sessuale". Si tratta di un "assedio ideologico", dicono. E in effetti la battaglia è serrata. "Siamo bombardati. In paese ci sono alcune maestre che spingono per realizzare attività scolastiche di quel tipo".

Insomma, il presunto comitato non solo sbraita se qualcuno osa insegnare il rispetto ai figli degli altri (mentre evidentemente loro li vorrebbero indottrinati al più becero odio), ma si offre come strumento per trasformare l'odio omofobico nel palcoscenico per politici che sperano di poter guadagnare voti sulla pelle degli adolescenti lgbt. Ed è così che il quotidiano della famiglia Berlusconi aggiunge:

In difesa dei genitori anti-gender si è schierato "senza se e senza ma" il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami: "I bimbi che simulano matrimoni omosessuali a scuola - dice - sono l'effetto dello schifo che portano i sinistrati nelle scuole". Il forzista vuole mettere in guardia da iniziative che "distruggono la Famiglia". "Sono dei vigliacchi che, grazie a pseudo-insegnanti ideologicamente complici e frustrati nel loro fallimento mentale, usano come cavie i bambini, più che mai indifesi in queste situazioni. L'unico antidoto è l'intelligenza del buon senso. Qualcuno nelle sedi opportune deve rispondere di questo scempio".

Senza mai intrpellare i diretti interessati o la scuola, l'articolo sottolinea ciò che deve pensare il lettore omofobo e xenofobo tipico delle loro pagine:

Chissà quanti bambini al mondo hanno simulato matrimoni sognanti con i propri amici o amichette. E anche Poggetto non è da meno. Mai, però, era successo che si facessero convolare a nozze due maschi. E di certo non sotto eventuali "pressioni" delle docenti.

L'uso dell'odio come strumento di propaganda politico pare aver colpito i suoi lettori che, tra insulti ed invettive tivolte ai gay, tra i commenti scrivono:

La teoria gender ai bambini dovrebbe essere messa al bando alla pari della pedofilia, perché come la pedofilia approfitta e sfrutta la immaturità intellettuale e sessuale dei bambini, pertanto chi la propaganda ai bambini, in un paese civile, dovrebbe essere quanto meno radiato o arrestato. la legislatura è alla fine, quando si dovrà rinnovare ricordatevene!!!

Ed ancora, un altro utente aggiunge:

Non meravigliatevi più: stanno attentando (ormai da decenni) alla salute mentale dei nostri ragazzi. Eppure, i voti, guarda caso, continuano ad essere dati a coloro che stanno pianificando la dissoluzione morale della società (anche su istigazione ONU e Ue). Bologna poi è da decenni la sentina dove proliferano come in un brodo di coltura i germi dell'infezione laicista, politicamente corretta, anarco-sinistroide più pestiferi e letali. Le insegnanti implicate dovrebbero essere accusate di pedofilia e raggiro di minori. Un plauso a Galeazzo Bignami per la veemenza del suo intervento. Attenzione che se continua così simili maestrine rischiano grosso anche ad uscire di casa: la salute mentale di figli e nipoti è più importante della loro lurida esistenza da bacate mentali. Fedeli o non Fedeli!
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