Il giornale di Belpietro torna a proporre le sue bufale omnofobe (opportunamente condite con xenofobia ed anti-europeismo)


È Patrizia Floder Reitter l'autrice dell'ennesima bufala pubblicata da «La Verità» con evidenti finalità di promozione dell'estrema destra basata sullo sfruttamento dell'omofobia. La donna non solo spergiura esista una fantomatica «lobby gay», ma assicura anche che l'Unione Europea la finanzierebbe con «1,2 milioni di euro» al fine «di divulgare la nuova cultura Gender nelle scuole e nei bambini piccoli».
Insomma, il solito minestrone di anti-europeismo ed omofobia che tenta di cavalcare il pregiudizio e l'isteria attraverso l'uso di parole prive di senso che l'integralismo organizzato tenta di riempire con concetti astratti che possano incarnare le più recondite paure di chi terme che qualcuno possa davvero "omosessualizzargli" il figlio così come qualcuno dice loro. E non dimentichiamo che a dirlo sono proprio quelle lobby a cui Belpietro è solito dare spazio, vantando nomi improponibili come Toni Brandi, Costanza Miriano o l'addetto stampa della Manif pour touis tra le firme arruolate.
Da segnarle è anche l'immancabile fotografia diffamatoria in cui nella didascalia si parla di un fantomatico «esibizionismo gay» che serve solo ad aumentare l'odio suscitato un lettore addomesticato a provare disgusto verso chiunque non sia sé stesso.

Nel caso specifico va segnalato il curioso stile stilistico della della signora Patrizia Floder Reitter, caratterizzato da frasi a sé stenti che non paiono avere alcuna attinenza fra loro (qui il testo integrale per chi volesse avventurarsi nel provare a decifrarne il senso). Si citano date e nomi quasi bastasse elencare dati decontestualizzati per creare "scientificità" e l'assenza di filo conduttore pare sopperito dall'abuso di termini ideologici che suscitano paura nel lettore medio. Ad esempio dice:

Anche Trento progetta laboratori su gender e dintorni con solerte dedizione, impiegando cervelli accademici e contributi che arrivano da più parti.
La Regione autonoma ospita sulle sue montagne la sede staccata dell’ateneo scaligero, ad Alba di Canazei dove dal 1999 si svolgono corsi estivi coordinati dall’ex preside di economia, Francesco Rossi, originario dell’amena località.
Nel comune della val di Fassa nel 2009 si svolse un rito sciamanico organizzato dal professor Gabriel Maria Sala, uno dei tanti rituali magici a base di vodka e pratiche inquietanti promossi negli anni dall’insegnante di teorie e pratiche della formazione, utilizzando l’account dell’Università veronese oggi presieduta dal rettore Nicola Sartor.
Trento è anche in stretto contatto con Politesse, il centro di ricerca universitario di Verona su politiche e teorie della sessualità coordinato dal ricercatore Lorenzo Bernini in sintonia con la responsabile della comunicazione Tiziana Cavallo, coetanea e amica di Alessia Rotta, deputata pd.

In mezzo a quelle parole incomprensibili troviamo anche frasi che immancabilmente strizzano l'occhio al razzismo e alla xenofobia, quasi non si volesse perdere l'occasione per creare immaginari collegamenti tra i vari gruppi sociali verso cui la testata è solita promuovere disprezzo:

Il progetto Garcia (Gendering the academy and research: combating career instability and asymmetries), iniziato nel 2014 con durata tre anni, coordinato dall’Università di Trento e con diversi atenei europei come partner, «mira a promuovere una cultura di genere e a combattere stereotipi e discriminazioni all’interno del mondo accademico». Finanziato dalla Commissione europea, vede Barbara Poggio responsabile scientifico del progetto. Sua è anche l’idea SuXr ovvero studenti universitari per i rifugiati, diventato a tutti gli effetti un insegnamento dell’Università di Trento, credito formativo extra curriculare per gli studenti impegnati in volontariato a favore di richiedenti asilo.

L'autrice pare fare molta attenzione anche a confondere quella fantomatica "ideologia gender" teorizzata dall'integralismo cattolico con la parola "gender" che non è altro che il termine inglese che indica il "genere". Citati a casaccio una lunghissima serie eventi che vanno in un arco di tempo indefinito che val perlomeno dal 2009 ad oggi, finalmente l'autrice del pezzo spiega da dove deriverebbe quella cifra che indica nel titolo:

Per l’Università di Trento, tra il 2010 e il 2015 Schuster è stato ideatore e coordinatore europeo del progetto Rights on the move sulla «Libertà di circolazione delle nuove famiglie nell’Unione europea», cofinanziato dalla Commissione europea con 622.292 euro; ideatore e coordinatore del progetto Equal jus european network for the legal support of Lgbt rights, cofinanziato dalla commissione europea con 521.800 euro; e dello studio interdisciplinare commissionato dalla presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento pari opportunità, teso all’individuazione e all’analisi delle buone prassi in materia di non discriminazione nell’ambito dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere (con un budget di 112.800 euro).
In totale 1,2 milioni di euro. Lo stesso professore dichiara nel suo curriculum le cifre ricevute.

Se l'italiano non è un'opinione, quanto affermato contrasta con il titolo, ossia "Università gender trentina con i soldi della UE, 1,2 milioni di euro alla lobby gay". Peccato che dal testo di evinca che un professore dell'Università abbia preso parte ad un progetto europeo e che l'Europa abbia finanziato quello. E di certo non è la stessa cosa.

Ma forse la verità non pare interessare a chi elenca con disprezzo attività a caso, quasi come se bastasse dire che i gay non sono stati discriminati per potersi stracciare le vesti e dinnanzi una inaccettabile tolleranza. La signora Patrizia Floder Reitter pare ostentare fra le righe che lei reputi intollerabile che quella feccia che osa amare il suo prossimo abbia i suoi stessi diritti nonostante lei si creda migliore di loro in virtù della sua attività sessuale. Ed è così che prosegue imperterrita nell'elencare:

Tra i soci esterni del Csg ci sono i sindacati Uil e Cgil del Trentino; il Comune di Trento; la Cassa rurale di Trento (principale banca di credito cooperativo non solo della città, ma anche del Trentino); la Fondazione Bruno Kessler di Trento (ente di ricerca, ai primi posti in Italia per l’eccellenza scientifica e per l’impatto economico e sociale); Fidia, società di formazione e consulenza con sei sedi in Italia.
L’attività del Centro riceve grande sostegno anche da Sara Ferrari (terza mente pensante), assessore all’Università e alle Pari opportunità della provincia di Trento, intervenuta nei mesi scorsi per rassicurare i genitori che «nella scuola trentina nessuno vuole introdurre il gender; semmai solamente educare i giovani alla parità e all’eguaglianza».
Nell’aprile del 2016 a Trento fu presentato il primo gruppo di vigili del fuoco contro l’omofobia durante l’evento «Forze dell’ordine e vigili del fuoco contro l’omotransfobia», al quale la Ferrari diede il proprio avallo istituzionale, rilevando l’importanza di garantire uguali diritti per tutti i cittadini.

Siamo dunque dinnanzi a vere e proprie liste di proscrizione delle persone che l'autrice dell'articolo sostiene debbano essere condannate sulla base di idee che non ha neppure avuto la decenza di spiegare. E se pare tronfia nel dire che lei non tollera dei pompieri che sono gay, ci sarebbe da domandarsi se rimerebbe ferma sulle sue posizioni se fosse la sua casa ad aver preso fuoco. Silla fiducia pare plausibile che il suo disprezzo si fermerebbe dinnanzi alla sua convenienza, in quel clima in cui l'odio predicato serve solo a danneggiare la vita altrui a vantaggio di una qualche convenienza personale, si tratti di soldi o di potere.
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