Integralisti annunciano una "processione di riparazione" contro il Gay Pride di Reggio


Dopo i "rosari riparatori" organizzati a Verona da Forza Italia e Forza Nuova e quelli celebrati dai lefebvriani in un ostentato uso dei santi come arma di offesa, questa volta è un anonimo "comitato Beata Giovanna Scopelli" a rilanciare un uso politico e discriminatorio della religione con preghiere indirizzate contro un preciso gruppo sociale. La vergogna avrà luogo nella cattedrale di Reggio Emilia.
A promuovere l'evento troviamo il sito di estrema destra "Radio Spada" e, nonostante dichiarino che il loro coinvolgimento sarebbe limitato ad una semplice adesione, non passa inosservato come tra gli organizzatori della "processione di riparazione per il gay pride" si incontrino alcuni nomi di alcuni loro redattori (giusto a sottolineare come sia sempre lo stesso manipolo di soggetti a coordinare la costante aggressione alla comunità lgbt).

Sul sito degli organizzatori (un gruppo rigorosamente chiuso presente su Facebook) è nella loro dichiarazione politica che risuonano i consueti termini coniati dai partiti neofascisti. Scrivono:

Per celebrare la ricorrenza (3 giugno) della prima "unione civile legittima" celebrata in Italia il movimento omosessualista ha deciso di indire nella stessa città in cui ha avuto luogo questo fatto un "gay pride". La città di cui stiamo parlando è Reggio Emilia.
L'evento - che sarà il primo di quest'anno nel norditalia - ha avuto l'appoggio e l'interessamento di alcune icone dell'omosessualismo italiano, a partire dalla senatrice Cirinnà. La partecipazione attesa è molto alta.
A tutti i cattolici è evidente la gravità e il carattere provocatorio e sconcio di una simile iniziativa, l'ennesimo empio spettacolo di normalizzazione del vizio cui siamo costretti ad assistere. Come se non bastassero le "veglie antiomofobia" nelle parrocchie.

Sostenuto che per essere "cattolici" sia necessario provare disprezzo verso il proprio prossimo, immancabile è una call to action di tipo pubblicitario:

E' ora di agire e reagire! E ad offese pubbliche vogliamo opporre riparazioni e preghiere pubbliche.
Per questo, il 3 giugno p.v. a Reggio è stata indetta una Processione di riparazione pubblica, parallela all'iniziativa omosessualista, che pure sfilerà per le vie del centro storico. L'iniziativa parte spontaneamente da persone comuni, da fedeli che hanno voluto porsi sotto la protezione della Beata reggiana Giovanna Scopelli. L'omonimo Comitato, costituito ad hoc per questa Processione riparatoria, è aperto a tutti i cattolici fedeli alla tradizione della Chiesa, sia come singoli, sia come associazioni (culturali, religiose, di volontariato). Non intendiamo accogliere sigle politiche in quanto tali.

Precisato come la loro preghiera sia «in opposizione» alla vita altrui e sottolineato come la partecipazione preveda una selezione all'ingresso che mira a creare distinzione e distinguo, non poteva mancare il solito tentativo di sostenere che santi e beati sarebbero al loro fianco in quella crociata d'odio:

Il significato, anche evocativo, di un simile coordinamento - posto sotto il patrocinio di una Beata carmelitana, che pregò tutta la vita per la Chiesa - è forte. Già in tempi passati furono accantonate le legittime divisioni teologiche esistenti tra le forze autenticamente cattoliche, e in occasione del Gay Pride romano del 2000 fu fondato un "Comitato per Roma cristiana", proprio con l'intenzione di riparare.
Stiamo muovendoci per fare lo stesso. Lo scopo è importante, l'occasione grave, la proposta cattolica. Abbiamo pensato a voi come persone potenzialmente interessate a combattere "la buona battaglia"... ma il tempo stringe e dobbiamo impegnarci! E, soprattutto, portare persone.

Forse basta anche solo quest'ultima frase a far comprendere come l'operazione sfrutti le credenze religiose per finalità prettamente politiche. Nei Vangeli Gesù diceva che non servono grandi masse per pregare, ma politicamente servono dei numeri se si vuole finite sui giornali per arruolare nuovi miliziani pronti a pregare contro il prossimo.

Timida è stata la risposta della curia, la quale non condanna la manifestazione e, attraverso il portavoce del vescovo, fa sapere che: «Sul piano organizzativo la diocesi non è stata minimamente informata dell'evento promosso da questi privati cittadini fedeli». Dicono di essere venuti a conoscenza dell'iniziativa «solo dai giornali» e che pertanto «la diocesi e la cattedrale non daranno l'autorizzazione ad utilizzare il sagrato del duomo per la manifestazione, che immagino si terrà in altro luogo per cui sarà stata chiesta l'autorizzazione».
E dinnanzi ad una curia che ha il coraggio di definire «fedeli» personaggi capaci di usare Dio come arma di offesa, forse non c'è da stupirsi se le chiese siano sempre più vuote...

Clicca qui per guardare la locandina diffusa in rete dagli organizzatori.
1 commento