L'integralismo internazionale si è incontrato a Budapest, sognando un'Occidente ad immagine e somiglianza dell'Ungheria neonazista di Orban


Come ogni anno, l'integralismo organizzato si è dato appuntamento in una convention che potesse coordinare un'intervento globale finalizzato alla promozione della xenofobia, dell'omofobia e di una totale abolizione della libertà personale. La loro ideologia mira a creare un mondo in cui l'unica ambizione delle femmine sia quella di farsi ingravidare, possibilmente dopo aver accettato uno stato di sottomissione all'uomo in una condizione che le impedisca di poter chiedere in divorzio anche se picchiate o vittime di violenza.
A rappresentar l'Italia c'era Toni Brandi, presidente di quella sedicente associazione Provita che troppo spesso appare come un'organo politico legato all'estrema destra (non a caso la sua nascita è avvenuta in locali di proprietà di Forza Nuova, così come il loro caporedattore è proprio il figlio del leader del partito neofascista). Dalle pagine del loro sito, l'organizzazione di estrema destra afferma:

L’undicesimo Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF) sta avendo luogo a Budapest da venerdì 26 a domenica 28 Maggio, con la partecipazione di ProVita. Larry Jacobs, direttore del WCF, ha dato il benvenuto a circa 900 rappresentanti di oltre 50 Paesi sottolineando che tutti hanno molto da imparare dal Governo Ungherese, indubbiamente all’avanguardia in Europa nella battaglia per la Vita e per la Famiglia.

In altre parole, l'Ungheria neonazista di Orban viene indicata come la meta a cui loro ambiscono, sostenendo che strade piene di neofascisti, una totale chiusura alla solidarietà internazionale e l'uso della forza per obbligare le donne a partorire sono il loro sogno.
Un sogno che vogliono perseguire attraverso lo sfruttamento dell'odio, utilizzando l'omofobia come uno strumento che possa catalizzare l'intolleranza cattolica, cristiana, ortodosse e ilamica in una comune crociata contro una minoranza.

In quel clima in cui il sostenere che per essere gay si debba essere ricchi (lo stesso dicevano i nazisti degli ebrei), l'organizzazione di Brandi afferma pure che «Levan Vasadze, grande amico di ProVita, ha anche inviato ai nostri sostenitori un messaggio di incoraggiamento. Anche in Georgia la battaglia è dura e la ricca lobby pro-gender avanza, ma noi non dobbiamo mai arrenderci».
Ed ancora, idolatrando la politica neofascista di Orban, affermano pure che: «Larry Jacobs ha poi premiato il Ministro ungherese per le risorse umane, la sanità e l’istruzione, Zoltan Balog, per la sua lotta per la famiglia, il servizio pubblico e il bene comune».

A rappresentare l'intolleranza non sono mancati personaggi religiosi ungheresi come il cardinale Peter Erdö o il reverendo Dimitri Smirnoff. Immancabile è stata la presenza di Ignacio Arsuaga, ossia del datore di lavoro del portavoce della Manif pour tous Italia. Ed ancora, nell'Accademia delle Scienze, vicino al Parlamento, un centinaio di politici provenienti da diversi Paesi si sono incontrati per «concordare una strategia comune» contro la pari dignità delle persone lgbt e a sostengo dell'uso della religione come legittimizzazione alla violazioen dei più basilari principi dei diritti umani.
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