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Sale a 26 il numero di vittime accertate nei campi di concentramento per gay creati in Cecenia

Ancora una volta è Novaya Gazeta a tirare le fila del discorso e a stilare una lista di 26 vittime gay certe che sono state massacrate nei campi di concentramento istituiti dal governo Ceceno. La lista è stata consegnata alla commissione investigativa nominata da Putin, la quale però non avrebbe alcun potere per intervenire su eventuali ipotesi di reato di natura penale.
A complicare la situazione è la notizia di come le forze dell'ordine in Cecenia stiano facendo pressione sui parenti delle vittime affinché firmino dei documenti in cui negano gli arresti, la detenzione e le torture subite in quei centri. Inoltre per i rifugiati è prevista la firma di documenti in cui i familiari, sottoposti esplicite minacce, dichiarino che quelle persone avrebbero abbandonato il Paese di loro spontanea volontà.
Yuri Guaiana, responsabile delle questioni transnazionali di Certi Diritti, afferma che «secondo il Russian LGBT Network, non si hanno notizie di nuovi arresti di ragazzi gay in Cecenia, ma chi è stato arrestato durante la seconda ondata di rapimenti sarebbe ancora in carcere». Inoltre «l'avvio di un’inchiesta, anche se molto limitata non essendo di natura penale, e l’apparente sospensione di nuovi arresti mostrano che la pressione internazionale sta iniziando a funzionare e che occorre aumentarla ulteriormente affinché tutti vengano liberati e gli arresti non riprendano».


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