Unioni civili nello stanzino. La sindaca leghista di Stezzano vuole ricorrere contro la decisione del Tar


Il patrocinio pubblico che il Comune di Stezzano ha concesso all'ennesimo comizio di Gianfranco Amato non è che uno dei tanti atti messi in campo dalla sindachessa leghista Elena Poma a danno di quei cittadini lgbt a cui lei vorrebbe fosse negata pari dignità.
La sua amministrazione finì alla ribalta delle cronaca per aver confinato in uno stanzino la celebrazione delle unioni civili. Ma anziché accettarr quella discriminazione ed andare ad unirsi altrove, una coppia ha deciso di sfidare l'amministrazione sino ad ottenere piena ragione dinnanzi al Tar. E tutto questo solo per veder applicata la legge a fronte di un partito politico pare intenzionato a cercare consensi attraverso la discriminazione. Peccato, però, che il conto sia arrivato agli abitanti di Stezzano. A loro è toccato pagare le spese per gli avvocati comunali, il rimborso delle spese legali sostenute dalla coppia nonché i costi per cercare di abbellire lo “sgabuzzino” una volta scoppiate le polemiche. E chissà quanti altri soldi dovranno ora pagare gli stezzanesi dopo che il loro primo cittadino, dapprima con una delibera di giunta e poi con una determina del settore Servizi alla persona e Servizi istituzionali, ha affidato l'incarico all'avvocato Ernesto Tucci di occuparsi dell'impugnazione della sentenza del Tar al Consiglio di Stato.
Già duemila euro sono stati impegnati per la sola fase di studio della controversia e assistenza stragiudiziale, mentre il conto totale potrebbe toccare più di 6mila euro a carico della collettività.
A non accettare tale uso delle roserse pubbliche è la lista civica "Stezzano Bene Comune" che ha annunciato l'intenzione di ricorrere alla Corte dei Conti: «Il Comune di Stezzano è già stato condannato dal Tar a pagare 12mila euro di spese legali e per il processo, e adesso ne spende altri 2mila per studiare la controversia. Un altro processo ne costerebbe invece 6mila. Soldi dei contribuenti utilizzati solo per negare un diritto sancito dalla legge dello Stato».
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