Anche Giorgia Meloni si accoda a chi specula sulla morte di Charlie


«Perché il Papa tace sulla barbarie di un bambino privato delle cure necessarie e lasciato morire dallo Stato?» È questo il messaggio pubblicato sui social network da Giorgia Meloni in quella corsa dell'integralismo cristiano nella speculazione della vicenda.

La malattia di Charlie Gard è una forma di sindrome di deplezione del DNA mitocondriale per la quale non esiste ad oggi nessuna cura. Il piccolo era condannato ad un inesorabile e progressivo deperimento totale di muscoli e nervi. L'Alta Corte di Londra, la Corte d’Appello e Corte Suprema britannica hanno ritenuto inutile un accanimento terapeutico che infliggesse un'inutile agonia al piccolo. E la decisione di concedere al neonato una morte dignitosa è stata confermata e condivisa anche dalla Corte Europea per i diritti umani.
Basterebbe anche solo questo a mostrarci che non Giorgia Meloni sia disinformata o in malafede nel parlare di «privazione delle cure necessarie». Di fatto i medici non potevano somministrare un qualcosa che non esiste, semplicemente potevano decidere di non ostacolare ulteriormente il naturale decorso della vita del bambino verso una morte naturale
L'integralismo cattolico ha anche cercato di sciaccallare il caso sostenendo che negli Stati Uniti esistesse una possibile cura sperimentale. Ma come spiega Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università Tor Vergata e Ordinario di genetica medica, la malattia di Charlie è davvero incurabile. Come lo sono purtroppo tutte le malattie mitocondriali. La sua sarebbe comunque stata vita brevissima fatta intense e insopportabili sofferenze. Inoltre, la «terapia nucleosidica, che volevano tentare i genitori di Charlie, è stata sperimentata sui topi per un ceppo diverso di malattie, TK2. Non è detto che questo approccio terapeutico, che assicura un dosaggio altissimo di disossinucleosidi, possa avere gli stessi effetti anche sulla mutazione di Charlie. Quello che abbiamo, quindi, sono due approcci sperimentali tentati in un modello di topo, senza alcuna validazione e qualificazione terapeutica».
Dal 9 gennaio al 27 gennaio Charlie ha sofferto di numerosi attacchi epilettici. Per questo motivo i medici del GOSH chiesero al giudice il permesso di sospendere le respirazione artificiale e limitare le terapie a cure palliative nella più profonda convinzione di agire nel «miglior interesse» del bambino. Ascoltati numerosi esperti, i giudici hanno dato loro ragione.
La conferma sulla totale assenza di cure, così come chiaramente riportato nella sentenza della Corte Europea, è stata confermata anche dallo specialista americano consultato dai genitori (il quale non ha mai visitato Charlie di persona) che ha ammesso come la terapia proposta non sia mai stata sperimentata né sui topi né su pazienti umani affetti dalla mutazione RRM2B. Inoltre i giudici britannici hanno interpellato i medici statunitensi ed hanno avuto conferma che la terapia non sarebbe mai stata in grado di curare il danno cerebrale subito da Charlie. Ogni terapia sarebbe stata comunque futile.

Probabilmente la storiella di un'Europa cattiva che uccide i bambini sarà anche apparsa allettante per vari anti-europeisti, ma il voler strumentalizzare a scopo elettorale usa simile storia appare un atto aberrante. Probabilmente è questo il motivo per cui il Papa fatebbe bene a non schierarsi tra glo sciacalli.
Ma a non tacere e a voler cavalcare la vicenda sono stati personaggi come Giorgia Meloni, Mario Adinolfi, Maria Rachele Ruiu o Massimo Gandolfini. Personaggi che nei fatti non solo ci stanno dicendo che loro avrebbero voluto infliggere atroci sofferenze al piccolo, ma anche che loro reputano che desideri dei genitori debbano prevalere sull'intetesse del minore. Perché se nessuno mette in dubbio che i genitori di Charlie potessero nutrire reali speranze, pare doveroso ritenere che fosse necessario porre un limite dinnanzi ad infondate speranze che rischiano di tramutarsi in una involontaria ma inumana violenza su un minore. Raccontare storie diverse al solo fine di riscuotere il facile consenso dei disinformati è un atto che non può essere accettato.
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