Anche i siti anti-bufala si interessano alle falsificazioni omofobe di Maurizio Blondet
Ci siamo già occupati degli insulti e delle inaccettabili affermazioni contenute nell'articolo di Maurizio Blondet intitolato "Dall'Ucraina a Berlino, avanza lo stato totalitario del kulandro". Il motivo per cui torniamo a parlarne è che quel testo non è passato inosservato neppure ai siti anti-bufala, il i quali denunciano gravi falsificazioni finalizzate alla promozione dell'odio.
Ad esempio è StopFake.org a segnalare come quell'intervento non si contraddistingua solo per la «volgarità utilizzata e le varie bugie messe in fila per “costruire” un articolo contro l'Ucraina», ma «c’è la chiara e cosciente volontà di manipolare delle informazioni per produrre un falso».
I redattori dicono di sentirsi «in imbarazzo ad effettuare il debunking di uno scritto senza capo ne coda», notando come paia strano che Blondet possa sostenere che l'Europa avrebbe obbligato Kiev a permettere quel pride che lui definisce «sfilata delle kulandre» dato che l'orgoglio scende in strada ormai tre anni, ossia da quando si sono svincolati dal vero regime (quello di Mosca).
Ma dato abbiamo già avuto modo di analizzare quel testo e gli insulti gratti che l'integralista ha riservato verso gay ed ebrei, ad interessaci in questa sede sono le prove tangibili raccolte da StopFake.org per dimostrare inequivocabilmente la pubblicazione di fotografie falsificate al fine di supportare le sue tesi. In pratica, è un po' come se si volesse sostenere che Blondet è un pedofilo e ci si sentisse legittimati a prendere Photoshop per creare una fotografia ad-hoc che lo mostri impegnato in atti sessuali con una bambina.
Osserva il sito:
La foto a destra con la didascalia “La prima sfilata a Kiev. Glielo ha chiesto l’Europa” è stata photoshoppata. Lo stesso Blondet l’ha caricata sul sito con il titolo “gay-serbi.jpg” e pertanto non può neanche affermare che non si è accorto del grossolano lavoro di fotoritocco
che può essere confrontata con l’originale
Ma questa immagine era ancora poco scioccante, probabilmente nella mente di Blondet vi era l’obiettivo di portare i suoi pochi lettori a provare disgusto verso l’Ucraina ed allora cosa fa ? Ci piazza un’altra foto fake che non centra nulla con il Kyivpride e la intitola “Kiev. Sfilano i sadico-anali…” Chapeau!!!! Questo Blondet è veramente un signore, probabilmente di sangue blu i cui avi appartenevano all’aristocrazia.
Ma vediamo la foto in questione
Ora spieghiamo perchè questa foto non può provenire dal gay pride di Kiev. Primo perchè sul percorso non c’è un viale alberato simile. Secondo tutte le scritte che vedete non sono in cirillico, terzo la presunta bandiera “ucraina” sulla destra non è una bandiera ucraina, potrebbe essere una bandiera della Romania capovolta.
Dall’ingrandimento si nota chiaramente che vi è una parte di tessuto rosso che non ha nulla a che fare con la bandiera ucraina.
Facendo una ricerca su internet della foto abbiamo visto che è stata utilizzata da quasi tutti i movimenti di estrema destra e omofobici per attaccare i propri avversari, utilizzata in mezzo mondo, dalla Francia alla Grecia, dalla Svezia agli USA e ovviamente in decine di siti russi in questi giorni.
Il caricamento di questa foto su internet più vecchio che abbiamo trovato è di giugno 2016 e probabilmente è stata estratta da qualche filmato su youtube. A tal proposito incrociando le ricerche su youtube abbiamo forse trovato il luogo dove questo video dovrebbe essere stato girato, Berlino. Infatti in questa città si svolge un festival gay dove partecipa Mr. Leather (ritratto nella foto), una specie di parata dedicata agli amanti degli indumenti di pelle e divise sadomaso.
Si notano nel video anche le stesse piante presenti nella foto e la larghezza del viale è compatibile con quella del video.
Infine piazza una foto scattata a Roma che non centra nulla con Kiev. L’unica foto originale è quella del cordone di polizia che ha assicurato il pacifico svolgimento della manifestazione.
Tutto ciò ci porta ad un problema: c'è chi deve spendere ore ed ore di lavoro per dimostrare la falsità di informazioni confezionate ad arte e diffuse da personaggi sin troppo noti, ma nei fatti tutto ciò non ha mai effetti e non porta a nessuna smentita ufficiale o a prese di posizione reali. Quel materiale continua a circolare tranquillamente grazie ai gruppi di diffamazione integralista organizzati, spesso una vera e propria estensione di partiti politici che non hanno remore nel confezionare informazioni che possano portare consensi verso chi promette discriminazioni generalizzate o la costruzioni di altri muri con cui isolarsi dal resto del mondo. L'altro è in nemico, e la paura va coltivata, maglio se con quei metodi già rodati dal nazismo che portano alla creazione di etichette capaci di annullare l'identità dell'uomo per ridurlo ad un qualche categoria generalizzata. Per i nazisti un ebreo non era una persona, era semplicemente un ebreo, esattamente come per certi leghisti l'extracomunitario non è una persona che deve rispondere delle proprie azioni, ma è un'entità indefinita che deve essere giudicata sulla base dei pregiudizi che si nutrono verso un gruppo. Lo stesso traspare da quel Blondet che non si preoccupa se un gay è un medico che passa le sue giornate a salvare la vita dei bambini, a lui basta falsificare una qualche foto decontestualizzata per sostenere che debba essere insultato e diffamato perché parte di un gruppo sociale a lui sgradito.
E tutto questo senza conseguenze per i responsabili, mentre c'è chi trae profitto da un abuso della menzogna come mezzo di promozione di quel quel Putin che il neofascismo indica come il duce che condurrà la nuova cristianità integralista verso la totale e completa oppressione di qualunque diversità o di qualunque dissenso possa contrastare con la loro ideologia. Il pensiero dovrà essere unico e finalizzato ad omologare delle famiglie e delle vite sulla base di dogmi religiosi che possano conferire potere politico a chi non avrà remore nell'attribuire a Dio ogni sua più perversa ideologia di morte.