Claudio Cia dice che cercherà di vietare ogni ipotetico pride a Trento perché «sarebbe una vergognosa mancanza di rispetto al Vescovo»


La realtà dei fatti ci mostra come la vita di migliaia di persone sia tangibilmente danneggiata dalla ferocia di un piccolo manipolo di integralisti che nella promozione dell'odio ha intravisto un mezzo di profitto personale. In fondo chi mai saprebbe chi diavolo è Cristina Cappellini se la gran sacerdotessa non si fosse occupata di promuovere convegni con preti pedofili che dicevano di voler "difendere" i bambini? O chi mai consocerebbe il nome di Claudio Cia se l'integralista non si fosse fatto promotore di mozioni omofobi che ledessero i principi fondamentali delle minoranze?
Siamo dunque dinnanzi ad una generazione di politici che pare incapace di fare progetti e che cerca di stare a galla promettendo ritorsioni contro interi gruppi sociali, quasi come se all'integralista medio andasse benissimo perdere il lavoro purché qualcun altro sia costretto vivere in condizioni peggiori delle sue.

Ed è così che troviamo personaggi come Cia (quello che nel 2014 propose di togliere i figli ai genitori gay) pronti a mettere in piedi inutili polemiche contro gay pride che "forse" si terranno nel 2018. Una lunga crociata in cui l'integralista promette che smetterà di occuparsi di qualunque tema possa garantire sviluppo e prospettive di crescita alla regione per dedicarsi alla persecuzione di un intero gruppo sociale che lui vorrebbe provare di ogni diritto di espressione e di manifestazione.
L'integralista asserisce infatti che quella ipotetica manifestazione non deve potersi svolgere perché lui reputa che «sarebbe una vergognosa mancanza di rispetto verso la popolazione, il Vescovo, la nostra storia, la nostra cultura e le nostre radici giudaico-cristiane». Insomma, pare quasi che non si sia reso conto che Trento è una città appartenente ad uno stato laico come l'Italia e non una colonia vaticana.

Immancabili sono anche gli slogan populistici ispirati all'integralismo cattolico con cui il politico si mette a sbraitare che è necessario impedire ogni politica a sostegno della comunità gay per dirottare tutti i fondi a quelle famiglie che lui esige debbano essere formate da un uomo e da una o più donne, anche se basta un po' di buonsenso per comprendere che basterebbe polemizzare meno e lavorare di più perché si possa garantire pari dignità e maggiori prospettive di futuro tutti.
Un politico dovrebbe lavorare per garantire benessere a tutti, non certo promettere che farà stare male qualcuno in modo che qualcun altro possa stare un po' meno male. Anche perché non servirebbe certo pagare lo stipendio a qualcuno per suggerire agli elettori che si può derubare il prossimo...
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