Il Comune Perugia nega la trascrizione dell'atto di nascita di un bimbo di sei mesi nato in Spagna e figlio di due mamme


Joan è il figlio di due ragazze di perugia, nato in Spagna sei mesi fa mediante la procreazione assistita. Ed proprio nel Paese iberico che il bambino risulta oggi confinato sopo che l'amministrazione di centrodestra che governa Perugia non vuole che il suo atto di nascita possa essere trascritto. Forse intenzionato a farsi bello dinnanzi all'elettorato omofobo, il sindaco Andrea Romizi (Forza Italia) si dice intenzionato a condurre una sua personale crociata colta a negare al piccolo il diritto all'esistenza in virtù di come lui non intenda riconoscere dignità alla sua famiglia. Il tutto con bassissime possibilità di successo, dato che la Corte di Cassazione e la Corte d’Appello di Trento si sono già pronunciate a favore della trascrizione, escludendo la violazione del principio di ordine pubblico (tirata in ballo dal sindaco) e indicando come il superiore interesse del bambino non possa essere calpestato in virtù dei convincimenti personali di un qualche sindaco di centrodestra.
«Ci chiediamo con che coraggio l’amministrazione comunale abbia scelto di negare ad un bambino di sei mesi il diritto all’identità –dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos– Questo atteggiamento, oltre che essere fuori dal tempo, è fortemente discriminatorio e crudele. Crudele perché a farne le spese è un bambino la cui unica “colpa” è quella di avere due mamme che lo hanno tanto desiderato e che lo amano. I tribunali di molte città e persino la Cassazione si sono già espressi più volte ordinando ai comuni reticenti di procedere alla trascrizione, ma il Comune di Perugia ha ignorato tutte le sentenze e ha rifiutato la trascrizione per motivi di ordine pubblico. Motivazione al limite del ridicolo. Al Comune evidentemente piace spendere denaro pubblico in ricorsi persi in partenza e noi non ci tireremo certo indietro».
«Il sindaco Romizi – aggiunge il Partito Democratico– non è nuovo a questo tipo di vicende. Già lo scorso anno, prima del passaggio alle Unioni Civili, ha negato la trascrizione del matrimonio di una coppia di ragazzi omosessuali sposatisi a Londra. Ora Perugia si è rivelato come il Comune più reazionario d’Italia, negando la trascrizione al piccolo Joan e alle sue madri per ragioni di ordine pubblico». Per il M5s, «il sindaco Romizi è ufficiale di stato civile e deve applicare la legge nel rispetto dei principi fondamentali della comunità internazionale, del supremo interesse del minore, senza spazio per posizioni ideologiche di sorta, né per incapacità e inadeguatezza. Il diniego della trascrizione dell’atto di nascita del bambino di 6 mesi “confinato” in Spagna è atto sbagliato sotto il profilo giuridico e altamente discriminatorio che impedisce al minore di esercitare i suoi diritti di cittadino italiano e di cittadinanza. Una situazione giuridica claudicante, che influisce anche sulla possibilità di “circolare liberamente nel territorio italiano e di essere rappresentato dal genitore nei rapporti con le istituzioni italiane, al pari degli altri bambini e anche di coloro che, nati all'estero, abbiano ottenuto il riconoscimento negato al piccolo istante. Peraltro, il diniego è arrivato molti mesi dopo la scadenza del termine di trenta giorni previsti per il procedimento».
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