Il fan di Adinolfi: «Contro i gay penso che l'ISIS non sia il problema... ma la soluzione del problema»


«A volte penso che l'ISIS non è il problema... ma la soluzione del problema». È quanto scrive un seguace di Adinolfi augurandosi che i miliziani del sedicente Stato Islamico possano massacrare i gay italiani gettandoli dal tetti.
Il commento non appare altro che l'inevitabile conseguenza della feroce opera di un integralista che ha fatto dell'odio il suo business primario, in un'attività che da basi pare basarsi esclusivamente sulla promozione e sulla legittimazione di ogni forma di intolleranza. Ogni singolo giorno dell'anno, la vita di alcune persone viene tangibilmente danneggiata da parte di un Adinolfi che pare svegliarsi la mattina con l'ossessione di trovare un modo per far soldi vendendo pregiudizio contro il prossimo, nella più totale noncuranza delle conseguenze della sua aggressione. Si pensi anche solo a come l'integralista appaia privo di qualunque etica nel promuovere comportamenti che rischiano solo di aumentare il numero dei suicidi fra quegli adolescenti vittime di genitori che Adinbolfi sprona alla violenza sui propri figli. Eppure lui continua a dire ossessivamente e colpevolmente che i genitori non devono assolutamente accettare i loro figli qualora non siano ostentatamente eterosessuali e con un genere corrispondente al sesso biologico.

Date le promesse, non stupisce come le sue pagine risultino un ricettacolo di personaggi divorati dall'odio e dal pregiudizio contro chiunque non sia loro stessi. Gente che appare insoddisfatta della propria vita e che cerca riscatto attraverso un qualche santone che possa sfamare la loro insoddisfazione venendo loro l'idea che la loro attività sessuale sia una considerazione necessaria e sufficiente per auto-proclamarsi parte di una nuova razza ariana. Lì ci si ritrova a dare libero sfogo al proprio pregiudizio, incitandosi a vicenda per vedere chi la sparerà più grossa o chi riuscirà ad inventarsi nuove forme di violenza per minacciare l'esistenza e gli affetti di un intero gruppo sociale.
Tra i commenti non mancano minacce esplicite di violenze fisiche contro chiunque venga indicato loro come "il nemico" o in cui la menzogna e la diffamazione vengono assaporate come un diritti civile. Peccato che quando la signora Anna Spiroux Carrabba di Latina si lanci nel parlare di Gayburg asserendo che gli autori sarebbero dei «luridi pedofili pervertiti, fate vomitare... giù le mani dai bambini, schifosi», la signora Anna Spiroux Carrabba di Latina dovrebbe quantomeno presentare delle prove delle sue asserzioni se non vuole cadere nel reato di diffamazione. E checché ne dica loro Adinolfi, quella non è una lecita opinione ma una frase passibile di denuncia. Se così non fosse, allora chiunque potrebbe dire qualunque cosa e anche noi potremmo tranquillamente sentirci liberi di insultare la signora con epiteti simili a quella che lei riserva al suo prossimo. E non meno irritanti appaiono anche i rimanenti 16 riferimenti alla pedofilia, i 12 riferimenti alla depravazione e tutti gli altri epiteti con cui gli adonolfiniani si sentono legittimati ad insultare e diffamare un intero gruppo sociale senza che la polizia postale si decida ad indagarli.
Possiamo tranquillamente dire anche che non appare certo una libertà di espressione quella di quel tizio che ci accusa di essere «servi del maligno» prima di sentenziare che «brucerete all'inferno». O quel Paolo Rinaldi che ci informa che moriremo (anche se purtroppo non fornisce informazioni dettagliate per chiarire se sarà lui a ucciderci o se si affiderà ad un qualche sicario).
Solo sulle pagine di Adinolfi possiamo trovare personaggi come Andrea Fratini, pronto a denigrare i gay e ad affermare che «loro godono nel vedere e nell'immaginare ogni forma di depravazione. Fingono, come fingono nei carnevali delle loro sfilate. Vivono, loro vivono nel nulla di colori abbaglianti e sgargianti, fosforescenti come le menti di plastica di progressi libertari dettati da moda e falsità valoriali... e predicano con luci rosse e soffuse, o con psichedeliche lampade fredde al neon, verdastre e blu in ghetti che si sono creati da soli, negli angoli più putridi e viscidi... Non oso dire siano Satana, sarebbe un complimento. Il nulla fa più proseliti... Perché quel che è giusto e quello che è sbagliato lo sanno riconoscere tutte le persone normali, anzi persino quelle che hanno tanti problemi e che umilmente si vanno a curare... Ma è stato deciso che c'è chi può continuare a proporre pedofilie latenti e orge di piazza in nome di diritti allucinanti e allucinogeni. Speriamo che non sia questo, come per l'eutanasia, un altro modo per risparmiare sulle cure». I uno stato civile, il signor Andrea Fratini sarebbe già dinnanzi ad un giudice a rendere conto delle stronzate che ha scritto.
Ovviamente non mancano tantissime minacce di querela, spiegando come una frase tolta dal suo contesto venga ritenuta una scusa sufficiente per minacciare azioni che possano ridurre al silenzio chiunque osi contestare chi giustifica l'odio e l'intolleranza. E se il mondo è un posto peggiore di come potrebbe essere, la colpa è anche di personaggi come Adinolfi. Ma forse sono in Italia una simile furia viene lasciata libera di mietere vittime senza che un qualche giudice ritenga di chiedere che l'integralista sia chiamato a risarcire i danni che la sua menzogna ha creato per mero profitto.
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