In centinaia di migliaia ai pride di Perugia, Milano, Napoli e Latina


Ancora una volta una folla arcobaleno ha riempito le piazze d'Italia per chiedere pari dignità per tutti, anche se c'è sempre crede che la promozione dell'odio e la teorizzazione di distinguo fascista possa essere considerato uno stratagemma di promozione politica o un proficuo business con cui ricavare ingenti quantitativi di denaro vendendo morte nel nome di Dio.
Nonostante gli insulti e le veglie di preghiera organizzati contro di loro anche da organismi vaticani come l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, centinaia di miglia di persone hanno sfilato per le vie di Perugia, Catania, Milano, Napoli e Latina. Cortei festosi, colorati e indice di una voglia di vivere di rivendicare che i diritti sono un qualcosa di doluto e non certo una qualcosa che deve essere chiesto a chi ci odia.
E se a Roma la sindaca Raggi ha disertato la manifestazione, A Milano si è registrata la presenza del sindaco Sala, così come a sfilare per le vie di Napoli c'era anche Luigi De Magistris e Nicola Zingaretti. E non ha sortito affetti il vergognoso ritiro del patrocinio al Pride di Perugia da parte di un sindaco che si dice convinto che la Madonna odi i gay e che possa essere raffigurata solo come oggetto di promozione dell'intolleranza e dell'odio: la festa è stata tale e l'amore che si è perfusa tra le strade della città è stata la miglior risposta alla ferocia integralista e alla loro smania di ritenere che Dio sia fatto ad immagine e somiglianza di Adinolfi (forse anche legalmente, dato che l'integralista ha messo un copyright e un prezzo di copertina al simbolo chiave del cristianesimo, oggi non più proprietà dei fedeli ma strumento a suo uso e consumo in virtù del profitto ne può trarre).
A Latina, Tiziano Ferro è giunto alle lacrime nel parlare ai presenti, invitandoli ad amarsi ed essere sempre loro stessi.
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