La polizia russa irrompe durante una riunione, fermati quattro attivisti italiani tra cui il presidente di Arcigay


Il presidente nazionale di Arcigay, la direttrice di A Buon Diritto e tre attivisti di Antigone sono stati posti in stato di fermo dalle autorità russe. I cinque si trovavano a Ninzhny Novogorod presso la sede dell'ONG russa "Committee Against Torture" nell'ambito di un progetto di cooperazione e scambio con la società civile russa.
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, spiega dalla sua pagina Facebook che «si trovavano lì per monitorare le condizioni di detenzione nelle carceri russe». È invece Arcigay a spiegare che Flavio Romani «è stato sottoposto insieme a tutta la delegazione ad un fermo amministrativo dalle autorità russe che contestano l'irregolarità del visto turistico». L'associazione spiega di aver contattato gli attivisti che hanno spiegato che nelle ultime ore «sono stati sentiti uno ad uno per la compilazione dei verbali presso la locale stazione di Polizia». «Sentiti telefonicamente ci dicono che ora la situazione è in corso di risoluzione. Sapremo solo nelle prossime ore se le autorità russe permetteranno la prosecuzione della visita nell'ultimo carcere o useranno questo pretesto per impedirlo. Tutti i membri della delegazione italiana stanno bene e non sono in arresto».
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