Coro Ratisbona, Adinolfi inveisce contro le vittime che hanno testimoniato gli abusi subiti: «Devono vergognarsi»


Sono almeno 547 i bambini che hanno subito violenze mentre frequentavano coro del Duomo di Ratisbona e ben 67 di loro hanno subito anche degli abusi sessuali. Ma pur di difendere il fratello di papa Benedetto XVI, l'ultra-integralista Mario Adinolfi non si è trattenuto dallo scagliarsi contro quelle vittime, accusandole di non aver taciuto sulle violenze subite.
Sono atti di inumana ferocia quelli che vengono raccontati nei documenti redatti da Ulrich Weber, l'avvocato incaricato dalla Chiesa di far luce sullo scandalo, il quale non esita a definirli atti sistematici e spesso immotivati. E non meno preoccupazione la desta quel Georg Ratzinger che in un'intervista del 2010 ritenne di dover precisare che le percosse da lui inflitte ai bambini non siano mai arrivate «a procurargli lividi o lesioni».

Eppure Adinolfi è risultato capace di pubblicare su Facebook un messaggio in cui inveisce contro quelle vittime:

A scuola mi capitò di prendere qualche schiaffo. Li prese pure mia sorella. Per otto anni sono stato formato in una scuola cattolica tra il 1982 e il 1990 Era una scuola molto dura e nei decenni precedenti lo era stata ancora di più. La formazione che garantiva era di assoluta eccellenza, ma si doveva studiare come matti e i prof erano severissimi. Tre sezioni di medie diventavano una sola sezione di liceo, dove partimmo in 36 nel 1986 e arrivammo all'esame di maturità in 16, 7 dei quali si diplomarono con il massimo dei voti. Qualcuno potrebbe ricordare quegli anni come "un inferno' e sono certo che un magistrato solerte del 2017 troverebbe centinaia di ragazzi "vittime di violenze" tra quelli passati in mezzo secolo nella mia scuola. A Ratisbona hanno fatto questo gioco. Gioco sporco e anche un po vile, per macchiare la Chiesa e indirettamente Papa Benedetto XVI. Devono vergognarsi.

Siamo dunque dinnanzi ad un preciso invito all'omertà, in una vera e propria offesa a quelle vittime che hanno subito atroci violenze e che non vedranno mai puniti reati ormai prescritti.
Pare facile osservare che l'unico personaggio a doversi vergognare è proprio Adinolfi, probabilmente uno dei pochi integralisti sufficientemente privi di etica da risultare capace di paragonare dei reati penali che hanno danneggiato centinaia di minori ai quattro scappellotti da lui ha ricevuto ai tempi del liceo. Ma non solo. Tra i commenti è risultato capace anche di provare a negare che siano mai stati commessi abusi sessuali, in un'asserzione evidentemente ideologica che non spiega come possa pretendere di conoscere i fatti più di chi ha svolto le indagini. Un'evidenza che ci porta ad ipotizzare che il suo negazionismo di basi elusivamente sul suo personale tornaconto.
Osservato quanto dichiarato pubblicamente dal leader integralista, c'è da sperare che i servizi sociali possano interessarsi allo stato di salute delle sue figlie dato che Adinolfi pare pronto a spergiurare che lui condivida un modello "educativo" fondato sulla violenza e sul controllo psicologico basato sul terrore così come avveniva Duomo di Ratisbona.
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