Il vescovo Chioggia difende il lido fascista: «Quattro cartelli goliardici»


È dal settimanale diocesano che monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, è intervenuto in difesa della spiaggia fascista di Punta Canna.
La la foto di un bambino che dice: «Nonno Benito, per un'Italia onesta e pulita torna in vita» non pare averlo colpito, così come il religioso dichiara che ci sarebbe da ridere dinnanzi ai locali contrassegnati dalla dicitura "camere a gas". Lui non ha nulla da ridere nemmeno con i comizi pro-duce irradiati ogni 30 minuti dagli altoparlanti... per il religioso si tratterebbe solo di «quattro cartelli goliardici di nessun rilievo politico e, a quanto mi è dato sapere, neppure rivoluzionario, seppur nostalgico di un certo ordine pubblico che non c’è, mi pare certamente allarmistico. Tanto più che la cosa riguarda un semplice tratto di spiaggia frequentato da gente che ci va perché apprezza una certa organizzazione, ma non certo con obiettivi di ricostruzione di un certo disegno politico».
L'attacco non ha risparmiato lasua contestazione al concetto stesso diapologia del fascismo: «quanto esposto a Punta Canna mi ha fatto pensare alle gride di manzoniana memoria, l’impotenza cioè dell’apparato giudiziario a fronte di una proliferazione di leggi e leggine pressoché inefficaci, talmente numerose che mancano di concreta applicazione».

Nel gennaio 2016, quando le piazze di tutta Italia si riempirono di manifestanti che chiedevano l'approvazione delle unioni civili, monsignor Tessarollo risultò firmatario (insieme a monsignor Pizziol e a monsignor Pavanello) di una sorta di nuovo documento sulla razza in cui si asseriva che «la famiglia fondata sul matrimonio e intesa come unione stabile, fedele e aperta alla vita tra uomo e donna vada salvaguardata in modo netto e deciso». Ed aggiunsero: «Altre forme di legami affettivi tra persone anche omosessuali sono per loro natura diverse e vanno considerate diversamente dal rapporto d'amore tra uomo e donna che, nel matrimonio, creano famiglia e vivono un impegno disponibile alla procreazione. A chi vive altri legami affettivi vanno riconosciuti i diritti individuali della persona. Ma altra cosa sono i diritti del matrimonio».
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