Quei "difensori della vita" che minacciano i medici che curano e salvano i bambini


Sono ormai migliaia le minacce di morte inviate al personale del Great Ormond Street di Londra dopo il caso mediatico che ha visto i genitori Charlie Gard intenzionati a chiedere il proseguo di un accanimento terapeutico ritenuto contrario al supremo interesse del minore.
I medici pediatrici, gli infermieri e altri componenti del personale si sono dovuti rivolgere alla polizia dopo il susseguirsi di «comportamenti inaccettabili» registrati all'interno dell'ospedale. Tutti risultano riconducibili ai sostenitori di Connie Yates e Chris Gard, i due coniugi che hanno intrapreso svariate cause giudiziarie volte a tentatore di contestare la decisione dell'ospedale che indica la concessione di una morte dignitosa come miglior interesse del bambino. Tanto ha scatenato l'isteria di alcuni religiosi e di estrema destra, convinti che un genitore debba avere il pieno diritto di agire contro l'interesse dei minori sulla base dei propri desideri senza che nessun tribunale possa difendere i diritti civili dei bambini. Il tutto complicato dalla ricerca di consenso elettorale cercato dal quel Vaticano e da quel Donald Trump che promettono fantomatiche cure sperimentali che sostengono possano allungare di qualche giorno l'agonia del piccolo.
Mary MacLeod, presidente del Great Ormond Street Hospital, ha dichiarato che il caso di Charlie è «straziante» e che l'ospedale comprende la «naturale simpatia che le persone provano la sua situazione». Ma ciò non giustifica la «marea sconvolgente e disgustosa di ostilità e disturbo» a cui la comunità ospedaliera è stata sottoposta nelle scorse settimane. Denuncia anche che «il personale ha ricevuto minacce sia in strada che online. Migliaia di messaggi violenti sono stati inviati a medici e infermieri che dedicano la loro vita a curare i bambini malati. Molti di questi messaggi sono minacciosi ed includono minacce di morte». «Alcune famiglie sono state molestate e disturbate mentre si recavano a visitare i loro figli ed abbiamo ricevuto denunce di comportamenti inaccettabili anche all'interno dell'ospedale stesso».
Ms MacLeod, che presiede anche commissione etica dell'ospedale, ha detto che «non ci può essere alcuna scusa» per accettare che i pazienti, le famiglie e il personale vedano «lesa la loro privacy e tranquillità».
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