Rispetto e tolleranza vengono descritti come un «virus pericolosissimo» dai gruppi integralisti


L'integralista Alessandro Benigni pare sapere benissimo che la paura è potere. Se spaventerà a morte qualcuno e se si porrà come l'unico uomo capace di proteggerli sa quel fantomatico pericolo, quella gente farà qualunque cosa lui gli chiederà. Eseguiranno senza fiatare e senza discutere.Se dovesse svegliarsi un giorno per chiedere di ammazzare qualcuno, probabilmente tra i suoi proseliti ci sarebbe qualcuno disposto a farlo.
Ed è proprio nel quadro di questo suo abuso della paura che l'integralista ha pubblicato in rete un video intitolato "VIRUS - Attenzione, sta circolando un virus pericolosissimo - MASSIMA DIFFUSIONE". Usa il maiuscolo per spaventare la gente, in quella dialettica che pare pensata a tavolino per ottenere una facile e proficua diffusione su Facebook da parte di gente che magari manco si è preoccupato di guardare i reali contenuti di quel procurato allarme.
Dopo oltre un minuto e 35 secondi di frignacce su virus che cambierebbero il valore alle variabili e che può infettare qualunque cosa, un tale Antonio (presumibilmente un amichetto di Benigni) si mette a declamare che quel pericolosissimo virus «attacca la sovranità identitaria, portando la vittima a non saper più riconoscere la realtà. Una volta infettata, questa è portata a credere a qualunque cosa al punto da rinnegare ogni verità oggettiva».
La premessa propagandistica è dunque servita: Begnigni viene posto come il sommo profeta, l'unico detentore della verità assoluta, il giudice supremo che può determinare ciò che è oggettivo e ciò che sarebbe frutto dell'infezione. A lui bisogna affidarsi perché ci salvi da quella brutta cosa chiamata tolleranza del prossimo, una piaga che rinnega verità "oggettiva" sul fatto che Begnigni sia il nuovo uomo ariano, metro unico su cui basare ogni giudizio e condanna verso chi non è fatto a sua immagine e somiglianza. Ed infatti Benigni è molto chiaro nel dire che l'amore altrui non va accettato perché a lui piacciono le tette e quindi è "oggettivo" che debbano piacere le tette. Le famiglie altrui non vanno accettate perché lui preferisce le donne e quindi è "oggettivo" che quello sia quello l'unico modo giusto di essere. La sua presunta "oggettività" si basa sul presupporre che ogni sua più perversa opinione debba essere ritenuta incontestabile.

Tralasciando come questa gente non abbia nulla da ridire su quel Gandolfini che ha adottato una decina di figli in virtù di un'unione matrimoniale infeconda, riguardo ai gay pontificano che si tratterebbe di «soggetti che pretendono che i loro desideri siano trasformati in diritti». Un'accusata scelta di parole che sono tutte rigorosamente negative, a cominciare dal voler rinunciare a parlare di "persone" a fronte di chi osa avere gusti sessuali diversi da quelli dell'ariano Begnini (come dicevamo, metro ultimo di confronto per stabilire cosa sia "oggettivamente" giusto e cosa debba essere additato come "oggettivamente" sbagliato).
Immancabile è anche lo sciacallaggio del piccolo Charlie, ormai divenuto un oggetto di propaganda su cui l'integralismo cattolico racconta qualunque cosa nella più totale noncuranza della dignità umana. Di lui raccontano che si tratterebbe di un bambino che ha un problema di «qualità di vita» su cui un presunto «stato etico» vorrebbe occuparsi dei suoi diritti contro il volere di un Begnini che lo preferirebbe veder tenuto attaccato ad un tubo in modo che possa soffrire il più a lungo possibile mentre il suo sistema nervoso viene corroso dalla malattia. Un tema cavalcato dalla ricerca di dietrologie e fesserie propagandistiche che di fatto negano l'unico tema che meriterebbe di essere trattato, ossia se la vita debba essere intesta come una sfida alla morte come dicono certi cattolici o se difendere la vita significhi anche il concedere una morte dignitosa come suggeriscono i medici.
Ovviamente non manca il loro raccontare che una donna non debba assolutamente poter decidere del proprio corpo se un uomo ha eiaculato nella loro vagina, in quella strenua convinzione che porta Begnigni a ritenere che agli altri debba essere imposta la sua volontà (che si tratti del povero Charlie o di una sedicenne rimasta incinta).

Il filmato arriva così a sostenere che esista «un antivirus a questo sfacelo antropologico» e che quell'antivirus sarebbe l'iscriversi al canale di Benigni in modo da non perdere una sola pillola del suo indottrinamento ideologico atto a dare libero sfogo alla sua cultura della morte e del disprezzo. Una cultura sanguinaria e finalizzata unicamente alla sua autoesaltazione a danno di chiunque osi avere opinioni, idee o giusti diversi dai suoi. Lui, l'ariano, il nuovo dice, il nuovo dio.
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