Savarese: «Alle dipendenze di Arsuga, addestriamo marines contro il regime del gender»


Il quotidiano di Belpietro è da tempo impegnato nella promozione dell'isteria gender. Tra le sue firme troviamo personaggi discutibili come Toni Brandi o Costanza Miriano, così come non manca quel Marco Guerra che lavora come addetto stampa della Manif pour tous e che firma articoli terroristici che possano garantire un fiorente business all'organizzazione omofoba che lo paga. In tale clima non c'è da stupirsi che ci si possa imbattere anche in vere e proprie santificazioni del portavoce della Manif pour tous, Filippo Savarese.
Le "argomentazioni" che troviamo addotte nell'articolo appaiono populiste e semplicistiche, come la lode al «coraggio» che attribuiscono a chi sostengono «va contro corrente». Ed ovviamente dicono anche che Savarese sarebbe «un giovane» perché, come cantava Guccini, si sa che gli eroi sono tutti giovani e belli. Ancor più lui, il sedicente uomo "ariano" che si proclama emblema del maschio ingravida-vagine da cui ogni femmina cristiana dovrebbe voler essere sottomessa).
Nella lunga introduzione ci sono pure i soliti riferimenti al nazismo, con il loro sostenere che chiunque non proclami una presunta supremazia degli eterosessuali starebbe pronunciando «una bugia ripetuta milioni di volte». Curioso che a dirlo sia proprio un tizio che guadagna soldi ripetendo sempre le stesse bugie su quel fantomatico «gender», una truffa culturale che usa da anni per spaventare la gente nella convinzione che basterà ripetere quella bugia milioni volte per farla percepire come una verità (soprattutto se si spaventa la gente parlando di fantomatiche «minacce» per i bambini o quando si dice ad una bigotta che c'è il rischio che suo figlio possa «diventare gay» se non si impedirà ogni forma di tolleranza).
I risvolti più tragicomici arrivano quando Savarese viene paragonato ai russi della battaglia di Stalingrando, quale lode al suo sostenere che si stia battendo «corpo a corpo» contro il riconoscimento della pari dignità per persone che sostiene debbano essere ritenuti inferiori a lui. Ed ancora, di Savarese dicono anche che sia «un cattolico» che vuole «combattere la buona battaglia» alla «maniera di san Paolo». Esatto, proprio il santo tornato di moda nell'integralismo per il suo asserire che i gay «meritano la morte», le donne «nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare» e gli schiavi debbano essere «sottomessi in tutto ai loro padroni; li accontentino e non li contraddicano, non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore».

Nella sua intervista, Savarese parla del ddl Scalfarotto come di un fantomatico «reato di opinione omofobica». Evidentemente vuol far capire sin da suvito che lui reputa l'odio come una lecita opinione purché non sia contro i sedicenti cristiani (tutelati da quella stessa legge Reale-Mancino che il ddl Scalfarotto avrebbe esteso anche i gay). Racconta di come i "family day" abbiano gratificato le sua ambizioni di protagonismo e spiega come l'obiettivo fosse la creazione di «un blocco sociale di riferimento» necessario a garantire la sopravvivenza di un eventuale partito fondato sulla base di quell'odio. Ed in riferimento a quei personaggi che passano le loro giornate a insultare i gay su Internet, Savarese parla del suo «braccio armato» sul web, evidentemente ammettendo come il suo potere politico passi dagli allarmismi e dalle false notizie diffuse sui social network.

In quell'abitudine con cui gli integralisti attaccano gli altri solo dopo avergli attribuito tesi rimaneggiate a loro uso e consumo, Savarese dichiara anche:

Aiutiamo i genitori a fronteggiare la colonizzazione ideologica del gender nelle scuole. Le associazioni lgbt entrano nelle classi raccontando che si pué essere uomini, donne o altre chimere identitarie a giorni alterni, soddisfacendo ogni più stramba sensazione che ci passi per la testa. Generazione famiglia forma e sostiene genitori capaci di resistere all'urto e di contrattaccare per restare liberi di insegnare ai loro figli che chi nasce maschio è uomo e chi nasce femmina è donna. Direi che addestriamo i "marines" del buon senso comune.

Il quotidiano di Belpietro passa poi a sostenere che Savarese abbia findato CitizenGo Italia, omettendo qualunque evidenza sul fatto che Savarese sia diventato un dipendente dell'integralista spagnolo Ignacio Arsuaga, già presidente di HazteOir con preoccupanti collegamenti con Brian S. Brown (proprietario del NOM) e Luca Volonte (esponente dell'UDC).
A tal proposito Savarese ci informa che anche Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu sono stati assunti dal gruppo integralista di Arsuaga, precisando pure come il loro obiettivo sia la promozione dei «cattolici di centrodestra».

Savarese dice anche che lui rappresenta «un popolo» e che grazie a lui «Verona e Genova per la prima volta non darà il patrocinio al pride». Quello vine da lui reputato un obiettivo importante, dato che la sua missione di conquista ideologica della società si basa sull'esigere che i gay non possano esistere mentre vorrebbe andare nelle scuole a spiegare che chi ha un pene deve necessariamente ingravidare una compagnuccia e chi ha la vagina deve aprire le gambe dinnanzi a qualunque pene gli si palesi davanti.
Interessante è come un gruppo che difende l'odio come una «libertà d'opinione» si dica felice nell'aver tolto ogni libertà di opinione alle sue vittime.
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