Coppia gay invitata a non abbracciarsi in un lido di Salerno


Due ragazzi di 18 e 19 anni avevano deciso di trascorrere alcune ore nella piscina dello stabilimento balneare Lido Arcobalenò di Salerno, esattamente come tanti giovani della loro età. Ma per quello che sarebbe dovuto essere un normale pomeriggio estivo si è trasformato nell'ennesimo caso di omofobia.
«Eravamo in piscina come tutti gli altri: anziani, famiglie, adolescenti come noi e tantissime coppie eterosessuali», raccontano i due giovani. «Come facevano tutte le coppie eterosessuali presenti, anche noi ci siamo abbracciati mentre eravamo in acqua;
con il senno di poi, avevamo notato qualche anziano che ci fissava e un uomo che addirittura ci ha indicati,
ma non gli abbiamo dato peso, sicuri che i gestori del Lido ci avrebbero tutelato da qualsiasi evento spiacevole». Ma così non è stato: «Ad un certo punto il bagnino si avvicina intimandoci di essere più "composti" -usa questo termine- con la motivazione che lì ci fossero bambini». «Provando profondo disagio nel sentirci definire "disturbatori dei bambini" abbiamo preferito uscire dalla piscina e allontanarci».
A quel punto «il bagnino nel vederci allontanare ci viene incontro iniziandoci a dire che si sarebbe rivolto così anche ad una coppia eterosessuale: peccato che lì ce ne fossero decine intente a baciarsi e abbracciarsi e nessuna è stata importunata come è accaduto a noi».

Il presidente di Arcigay Caserta "Rain", Bernardo Diana, commenta: «Sono stato contattato immediatamente da A., che frequenta la nostra associazione ed è un ragazzo di grande maturità, considerando che a diciasette anni abbia deciso di dedicarsi ad aiutare i suoi coetanei che, proprio per eventi di questo genere, sono emotivamente vulnerabili. Mi sento profondamente sdegnato, perché questo è il terzo caso di omofobia da parte di esercizi del settore turistico, dopo quanto accaduto alla coppia gay che voleva prenotare una camera in Calabria, e si è vista rispondere che non si accettavano gay e animali, e il caso della villa in Salento che affermava la stessa cosa in un annuncio. Quarto caso, se si aggiunge quello razzista di Cervia».
Osserva anche che «la legge Cirinnà conferisce pari dignità alle coppie etero e omosessuali, quelle sposate con matrimonio o unione civile e quelle conviventi: chi sperava che questo bastasse a favorire l'integrazione sociale, si sbagliava, per questo chiediamo con forza un'estensione della legge Mancino contro le discriminazioni anche a quelle basate sull'odio per l'orientamento sessuale e l'identità di genere, nel frattempo speriamo che venga approvata presto la proposta di legge analoga in consiglio regionale».

Il comitato territoriale Arcigay Salerno aggiunge: «Se un abbraccio diventa disdicevole, pericoloso o oggetto di attenzioni da parte di qualcuno, e se queste attenzioni determinano una limitazione nella libertà di qualcuno, vuol dire che c'è ancora molta strada da fare. Noi del Comitato Territoriale esprimiamo solidarietà ai due ragazzi per l'increscioso episodio avvenuto». «Ci spiace dover assistere nuovamente ad episodi che rasentano espressioni di discriminazione e che senza dubbio sono palesano un clima di intolleranza e difficile riconoscimento sociale e culturale delle diversità. Continuiamo a sperare che azioni politiche, sociali ed educative siano sempre più incisive e che possano portare le nostre comunità ad una sempre maggiore cultura del riconoscimento e del rispetto dell'altro.
Inoltre, questo come altri episodi, raccontano di quanta strada ci sia ancora da fare per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali in materia di crescita umana e civile dei nostri contesti di vita. Il Comitato Territoriale Arcigay Marcella di Folco Salerno resta impegnato sul territorio di Salerno e Provincia a tutela delle persone lgbti e nella promozione della cultura del rispetto, del riconoscimento e delle uguaglianze».
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