Filippo Fiani guida una crociata integralista per insultare i trans che hanno le mestruazioni


Filippo Fiani è uno di quei personaggi che ama denigrare tutto ciò che non riesce a comprendere. La sua tesi è che tutti ciò che non è di suo interesse non debba non poter interessare a nessun'altro, dato che lui si professa come il metro di giudizio ultimo per condannare chiunque non sia fatto a sua immagine e somiglianza.
L'esponente dell'integralismo organizzato, recentemente patrocinato dal Comune di Arezzo per aver scritto un libro sulla fecondità, si è così lanciato in un feroce attacco contro un articolo in cui si dava notizia di una linea di intimo pensata per «donne che si identificano come mascoline, trans ftm e chiunque abbia il ciclo al di là dell’identità di genere a cui si senta di appartenere».
Evidentemente Fiani vorrebbe mettere becco persino sulle mutande indossate dagli altri, sia mai che il suo paio di mutandoni non vengano intesi come un dogma di fede voluto da quel Gesù che lui ama citare quale giustificazione ad ogni sua pretesa o prepotenza. Ed è così che dalla sua pagina Facebook, scrive: «Occhio ragazzi, se vi scappa il sangue da lì, non è ciclo, è emospermia. Forse vi serve un andrologo. Non un assorbente con le ali».
Esatto, l'autoproclamato esperto di fecondazioni pare non si sia neppure reso conto che è di donne che si sta parlando. E dato che l'insulto pare l'unico linguaggio che i seguaci di Mario Adinolfi conoscono, l'integralista Fiani ritiene pure di dover denigrare l'autore dell'articolo dicendo che definirla giornalista sia «una parola grossa». Praticamente come se dovessimo sentirci legittimari a poter dire pubblicamente che definire "uomo" l'integralista Fiani sia una parola grossa.

A quel punto si è aperto il solito carosello di commenti. Una sua seguace si lancia nel sostenere che le mestruazioni altrui andrebbero punite: «Questi sono tutti da curare! Da curare anche chi approva questi deliri. Anzi no, galera. Già... Galera... ma dove. Tutto normale».
Troviamo anche quelli che dicono di odiare i gay per motivi religiosi pronti a raccontare blasfemamente a che «l'ultima volta che mi è uscito il sangue da lì è stato quando mi ha morso una vipera» ma poi «grazie a Dio» sarebbe passata «per caso una gnocca che si è offerta volontaria» a succhiargli il veleno dal pene. Esatto, la loro tesi è che la curiosa divinità teorizzata da Adinolfi odierebbe i gay e dispenserebbe fellatio da parte di perfette sconosciute.
Un tizio che pare non aver capito che si sta parlando di donne, afferma: «Finalmente anche io potrò avere le mie cose e rispondere male!».
A quel punto si inserisce anche Alessandro Benigni, un altro volto noto dell'integralismo organizzato, che pensa sia divertente insinuare: «Forse non è proprio da lì davanti.. Qualche centimetro più in là». La pessima battuta pare essere piaciuta ad una donna che la ripete in maniera più esplicita: «Non è che hanno perdite da un altro orifizio? Forse sono solo confusi in anatomia».
Ed ancora, scrivono: «Le mestruazioni le hanno solo le donne. Tutto il resto è fantascienza». «Qui ci vuole la neuro». «Se pisci rosso e senti dolore è cistite. Ci vuole il dottore mica l'assorbente».
L'insulto torna con una tizia che scrive: «Ma solo a me questo carnaio provoca nausea? Sono proprio brutti e evocano bruttezza». Qualcun altro ritiene di dover tirare in causa il povero Charlie Gard, asserendo: «Vorrei dire una cosa: ma sanno quanto costano gli assorbenti? E a parte il faceto, ai genitori di quel bambino la patria potestà non l'hanno tolta come a Connie e Chris, vero?».
Dinnanzi a tanta tristezza, Fiani fa pure la vittima scrivendo: «Secondo il nuovo corso i malati siamo noi. Malati di realtà tangibili». Bhe, dinnanzi gente che sbraita, attacca e diffama il prossimo solo perché incapace di guardare al di là dei propri pregiudizi, forse un beneficio da un aiuto medico professionale potrebbero trarlo. E che a lui piaccia o no, la natura non è fatta a sua immagine e somiglianza e cercare di condannare qualunque diversità non è certo un comportamento normale. E non è normale neppure che dei comuni possano patrocinare gente simile.
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