Gli sciacalli che volteggiano sull'attentato di Barcellona


Se è difficile restare indifferenti dinnanzi a quanto accaduto ieri a Barcellona, un'analisi razionale dovrebbe portarci ad aver ancor più paura dei progetti politici che le destre nazionaliste sperano di poter giustificare grazie ad un uso degli attentati. Sfruttando la paura, si cerca di creare una generalizzazione che possa giustificare un Salvini che si crede superiore agli altri perché "padano" e quindi "ariano". Oppure di quell'Adfinolfi che dice di sentirsi il cristiano più cristiano tra i cristiani solo perché ha ingravidato due mogli e spergiura dinnanzi ai suoi miliziano che le sue figlie si faranno sicuramente ingravidare perché lui ha già deciso che dovranno necessariamente essere eterosessuali e sottomesse ai loro mariti. Se non saranno tali, andranno distrutte con quelle "terapie riparative" che lui promuove al pari di come lui dice di voler distruggere chiunque creda in un divinità diverse dalle sue.

Capita così che con i corpi delle vittime ancora caldi, lo sciacallaggio della strage di Barcellona si sia aperta con un Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, che cerca di convogliare l'odio contro una Laura Boldrini assolutamente estranea ai fatti. E scrive: «Barcellona, chiunque sia stato è una fottutissima belva. E che la Boldrini e i suoi amici mi denuncino pure per offesa via web».
Non certo nuovo alla strumentalizzazione politica della morte, anche Matteo Salvini non si è fatto scappare l'occasione di sostenere che: «Barcellona, preghiere, minuti di silenzio e gessetti colorati non bastano più! Schiacciare questi vermi, senza pietà». Su Facebook chiede anche l'esecuzione sommaria dei presunti attentatori, di fatto chiedendo l'introduzione della pena di morte e l'abolizione del diritto ad un regolare processo. Frasi che magari faranno effetto su qualunque leghista, ma che di fatto non lo rendono dissimile da chi ammazza per rabbia come gli attentatori.
E se Giorgia Meloni sostiene che sia necessario generalizzare e chiede una guerra di religione, Luca Marsella (candidato di Casapound al X Municipio di Ostia) non esita a tirare in ballo uno Ius Soli che non c’entra assolutamente niente con il passaporto di cui parla nel suo messaggio. Oppure c'è Dj Aniceto che si dice convinto che «Se tutti noi pregassimo un po' di più Gesù, tutte queste tragedie non accadrebbero».

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