Il piccolo Joan resta esiliato, il Comune di Perugia si rifiuta nuovamente di riconoscere l'esistenza


Il Comune d Perugia continua a rifiutarsi di trascrivere l'atto di nascita del piccolo Joan, il bimbo nato in Spagna da due mamme perugine e che oggi risulta di fatto in esilio dato che il mancato riconoscimento di un'identità da parte dello stato non gli permette di poter venire in Italia.
Un ordine del giorno aveva nuovamente provato a chiedere al sindaco Romizi di trascrivere quell'atto di nascita, ma la votazione conclusasi con sei voti a favore, sei contrari e due astenuti ha reso vano quel tentativo: il bambino continuerà ad essere punito dalle istituzioni perché nato in una famiglia che non piace alle destre. Preoccupante è anche come tra i due astenuti ci sia Pietrelli del Movimento 5 Stelle, ossia l'esponente di un patito che pubblicamente diceva di voler diffidare il sindaco dal rifiutare la trascrizione.
A causa della sua astensione, la responsabilità resterà nelle mani della giunta di quel sindaco Romizi che ha ritirato il patrocinio al Pride dicendo che i gay offendono i cristiani omofobi.
Anche Maria Pia Serlupini, garante regionale per l'infanzia,  si era espressa a favore della trascrizione dato che l'unica ragione per poterla negare sarebbe una contrarietà all'ordine pubblico (ma svariate sentenze della Cassazione hanno già sancito che tale circostanza debba essere esclusa). Il bambino dovrà dunque restare confinato in Spagna in attesa che la lenta giustizia italiana possa esaminare il ricorso in Tribunale avviato dalle due mamme.
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