Il ragazzino "troppo effeminato" resterà a casa


Ricordate il caso del ragazzino sottratto alla madre perché gli assistenti sociali lo reputavano «troppo effeminato»? Ai tempi Mario Adinolfi strumentalizzò i fatti e sostenne che i giudici hanno il dovere di togliere i figli a chi non li indottrina a ritenere l'eterosessualità l'unico modo giusto di poter essere (salvo poi accanirsi contro i giudici che hanno difeso i diritti di Charlie contro le pretese dei genitori... ma si sa che lui asma sostenere che solo il dirsi "cattolici" debba conferire diritti sui bambini).
Fatto sta che la Corte d’appello di Venezia ha pubblicato la disposizione con cui accoglie il ricorso della mamma del ragazzino padovano. La mamma ricorreva contro la decisione del mese di maggio, in cui Tribunale dei Minori di Venezia aveva decretato la decadenza della potestà genitoriale della madre e disposto il collocamento del ragazzo in una comunità terapeutica, sulla base di una relazione di cinque anni fa. Ora il ragazzo potrà restare a casa.
L’avvocato della mamma, Francesco Miraglia ha rivelato che all'udienza di martedì 8 agosto, non ha portato nuove prove, nuove testimonianze, o nuove relazioni ma semplicemente «il ragazzino stesso, facendo vedere [ai giudici] sulla pelle e sulla vita di chi stessero emanando dei provvedimenti assurdi e immotivati».
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