Immanuel Casto risponde a Platinette: «Ci potresti dire quale è il modo ‘giusto’ di essere omosessuali?»


Immanuel Casto ha deciso di rispondere pubblicamente alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano di Belpietro da Platinette attraverso un lungo post pubblicato su Facebook.
Premettendo che «da artista omosessuale che deve portare rispetto verso una carriera come la tua», il cantante pone una serie di domanda:

Che cosa è questa “normalizzazione” che denunci? Tralasciando l'opportunità o meno di usare un termine come "normale", immagino che tu ti riferisca al desiderio da parte di alcuni omosessuali di sposarsi e dare vita ad una famiglia. È questo che vedi come desiderio di omologazione? Io lo vedo come una lotta per la parità dei diritti (ancora lontana dall'essere vinta). Una lotta per dare la possibilità ad una persona di fare le proprie scelte di vita. Invece, quali sarebbero per te i comportamenti genuinamente omosessuali? Le orge nelle darkroom? Magari condite con mefedrone e GHB?
Nel caso, ti assicuro che esistono ancora e, per quanto mi riguarda, rientrano nella libertà di scelta a cui accenno sopra. Ti basta guardare uno dei servizi fatti dalle Iene a riguardo per tranquillizzarti.
Conosco coppie monogame e coppie aperte, coppie unite civilmente e non, coppie che non vogliono figli e coppie che ne vorrebbero, oppure persone che restano single per scelta. Dato che tu sembri saperlo, ci potresti dire quale è il modo ‘giusto’ di essere omosessuali?

Parlando dell'attacco di Platinette alle famiglie omogenitoriali, aggiunge:

Riguardo alla definizione del desiderio di avere un figlio come atto di egoismo, ho bisogno anche qui di capire meglio:
Fra le righe, sembri citare il paradigmantico “Wille zum Leben” di Schopenhauer e, quindi, su alcuni punti potremmo anche essere d'accordo.
Se intendi dire che in un mondo sovrappopolato fare un figlio è un gesto egoistico, perché soddisfa un mero desiderio personale e consuma risorse che potrebbero essere devolute al bene comune, posso anche qui essere d'accordo, pur sottolineando il pessimismo del discorso.
Ma queste cose sono vere sia per gli omosessuali che per gli eterosessuali.
E anche qui non capisco: la tua indignazione non parte dal fatto che gli omosessuali sono diventati uguali agli eterosessuali?
Se è così, perché allora denunci la diversità della famiglia omogenitoriale, intesa in senso prettamente negativo? Siamo uguali o siamo diversi? Non sto capendo.

Poi conclude:

Infine vorrei proprio andare al cuore delle tue dichiarazioni.
Mi fai capire in che modo le tue parole aiutano il mondo a cambiare in meglio?
La tua buona fede la do per scontata, quindi ti chiedo:
chi stai cercando di aiutare con le tue parole? Chi dovrebbero ispirare?
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