La diocesi di Trieste chiede il carcere per i medici pediatrici: «Lo stato è un mostro che dobbiamo combattere»


Dopo aver difeso chi rifiuta case-vacanza ai gay e dopo aver sostenuto che gli albergatori dovrebbero esigere un certificato di matrimonio per permettere ad una coppia di poter condividere la stessa stanza, il settimanale della diocesi di Trieste si è lanciato in un agghiacciante sciacallaggio politico della sofferenza del piccolo Charlie Gard.
L'articolo si intitola "Addio Charlie: non smetteremo mai di lottare contro il Mostro che ti ha ucciso" e fin da subito si propone come una lettera che possa far più presa sui sentimenti di pancia (sia mai che qualcuno ragioni e si renda conto che quanto fatto è stato nell'interesse del piccolo).

Proponendo una versione romanzata dei fatti che non tiene in alcun conto il parere dei medici (di certo non altrettanto strumentalizzatile quanto la sofferenza di due genitori) e spergiurando nel nome del vescovo che il bambino fosse «un disabile» e non un neonato in fase terminale che subiva la progressiva corrosione del suo sistema nervoso, la curia afferma:

I genitori di Charlie Gard hanno spiegato cosa è avvenuto da quando è definitivamente prevalsa la volontà dello Stato di sopprimere una vita innocente solo perché disabile. Lo hanno fatto in una intervista di cui è possibile conoscere i contenuti anche in italiano. Il bambino – riferiscono i genitori – ha combattuto per ben dodici minuti dopo che gli è stato tolto il respiratore dal nasino. Un calvario avvenuto proprio di Venerdì, come quello di nostro Signore.

Se è facile suscitare pena raccontando la morte di un bambino, altrettanto doveroso sarebbe osservare che la curia di trieste era tra quelle che tifava per infliggere una sofferenza interminabile al piccolo, sostenendo che il suo dolore avrebbe garantito le chiavi del paradiso si suoi carnefici. Il suoi organi si sarebbero dovuti corrodere fino a collassare, provocando un gran piacere tra preti e bigotti che vogliono imporre l'agonia a bambini morenti e vorrebbero sparare alle navi dei bambini migranti (quelli sì che potrebbero essere salvati, ma non si chiamano Charlie). E se sono stati necessari 12 minuti è solo perché i cattolici riescono ancor oggi a vietare quell'eutanasia che gli avrebbe alleviato il trapasso.

Peccando di superbia e sostenendo che loro conoscessero il caso e la situazione di Charlie più degli specialisti che lo hanno curato per mesi, l'articolo presenta come un dogma di fede opinioni assolutamente opinabili:

Il piccolo Charlie ha combattuto fino alla fine contro l’orrore di una morte decretata e imposta da uno Stato Leviatano. Alla fine ha combattuto da solo, come tutti i veri combattenti, ma anche prima era stato appoggiato da pochi, e tra questi pochi non c’erano molti uomini di Chiesa.

Si passa così ad attaccare con inumana ferocia i medici pediatrici di Londra, chiedendo l'arresto di chi salva i bambini e che loro accusano di non aver voluto compiacere i sadico volere di preti che lo avrebbero voluto vedere collassare:

Chissà l’indifferenza generale cosa conserverà di Charlie. Noi ci associamo a quanto postato su Faebook da Assuntina Morresi: “Charlie è tornato a casa. Morto. Sul Daily Mail l’ultimo racconto dei suoi genitori. Si fa fatica a leggerlo, onestamente. Si fa anche fatica a trattenere la rabbia, mentre scendono le lacrime. A fatica trattengo tutti quei commenti nei confronti del Gosh & C. (dove C. sta per Complici) che mi farebbero immediatamente andare in galera. Addio, Charlie, resterai sempre nei nostri cuori. Ma ti prometto che non smetterò mai, mai, mai, di lottare contro il mostro che ti ha ucciso, e che non è la tua malattia. È il mostro che sta attanagliando il nostro continente secolarizzato, vecchio e infecondo, che non è più in grado di accettare limiti e imperfezione, e per questo non è più in grado di proteggere la vita umana, e le si rivolta contro. È il mostro del favor mortis”.

A quel punto la curia di Trieste lancia un invito ai fedeli perché si mettano a combattere contro lo stato e contro il supremo interesse dei bambini:

Da parte nostra aggiungiamo che per combattere contro questo mostro, bisogna anche combattere contro altri mostri concreti, uno di questi è lo Stato quando si incarica di eseguire sentenze di morte che esso stesso ha pronunciato.

In realtà l'articolo non è che un esempio della lunga serie di aggressioni e strumentalizzazioni firmate dal settimanale diocesano. Dicono che sia «stato ucciso» e non che sia morto secondo natura, così come spergiurano siano tornati in campo «i tribunali speciali dei totalitarismi». Aggiungono poi che gente cattiva osa criticare quei poveri preti di Ratisbona che abusarono di centinaia di bambini, sostenendo che qualcuno alzi sempre il dito verso quella Chiesa che si erge a giudice delle vite altrui al posto di occuparsi del male che sta altrove.
Non mancano poi le rivendicazioni partitiche, con la diocesi di Trento che si dichiara contraria alla possibilità che la Bonino possa parlare in una chiesa ed a favore dell'insulto verso quella donna, da loro definita offensivamente un «tabernacolo incappucciato». Ed ancora, invitano a votare Lega Nord perché i leghisti «vogliono salvare Charlie» mentre propongono di affondare le navi che salvano i bambini in mare o mentre Salvini minaccia di aiutare la mafia ad uccidere Saviano.
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