L'odio non ha vinto: Barcellona in piazza per chiedere l'accoglienza dei rifugiati


In Italia personaggi come Salvini o la Meloni sono già impegnati a cercare di mettere a frutto i corpi ancora caldi delle vittime di Barcellona come strumento di promozione delle loro politiche xenofobe, in quell'ottica in cui si cavalca sempre la paura e si cerca di evitare di dover affrontare i veri problemi dell'Italia ponendo la loro attenzione contro il prossimo. A loro dire, i gay devono far paura perché «omosessualizzerebbero» i bambini, gli islamici devono far paura perché minaccerebbero la supremazia dei cristiani e sarebbero tutti terroristi, i migranti sono gente che racconta storie dato che potrebbe morirsene a casa loro senza rompere le scatole alla Meloni. L'unica eccezione sono i marò, da loro ritenuti eroi nazionali perché hanno semplicemente ammazzato due pescatori, evidentemente ritenuti inferiori agli italiani perché indiani e quindi esseri che non meritano pari dignità e pari tutele.
Ma mentre l'Italia pare sempre più inghiottita da una morsa di paura e di integralismo, a Barcellona oltre mezzo milione di persone non si è sfatto spaventare dall'attentato terroristico ed è sceso in piazza al grido di «Basta scusa: accogliamo subito i rifugiati». Una sfida al governo, contro la decisione di ospitare soltanto 1.100 persone tra i 16 mila previsti dall’Unione Europea.
Tra i manifestanti anche il sindaco Ada Colau, che in un’intervista alla Stampa aveva spiegato che questa non è una battaglia impopolare, «I miei concittadini non solo capiscono, ma mi chiedono sforzi ulteriori. Vedere i bambini morire in mare, mentre le mafie si arricchiscono, non è sopportabile».
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