Soldi per le foto e le interviste: il business dietro la sofferenza del povero Charlie


Come al solito non c'è limite alla bassezza umana, il giro di soldi attorno alla vicenda di Charlie Gard era incredibile. Il Times dà qualche chiarimento in merito. A gestire i rapporti con le televisioni, la carta stampata e il Web è stata una reporter free-lance, Alison Smith-Squire, proprietaria della Featureworld, agenzia specializzata -si legge- “nell’aiutare la gente comune a vendere la propria storia in sicurezza a giornali, riviste e televisioni nazionali”.
Il suo rapporto con i Gard sarebbe iniziato a dicembre quando la famiglia decise di rivolgersi a lei per raccogliere fondi per effettuare il “viaggio della speranza” in America (poi mai avvenuto). Con l’esclusiva in tasca la giornalista avrebbe in effetti raccolto parecchi soldi sia dalla vendita di materiale ai vari media, sia dalla vendita dei propri articoli, .
Il Fatto Quotidiano riporta a questo punto anche la tabella prezzi. Cento pound (112 euro circa) per una foto del bambino, mille (1.120 euro circa) per una intervista in tv. E questo per tante volte. La Smith-Squire del resto ha chiarito che non può “lavorare per beneficenza”, che lei non può “far pagare i clienti”, e dunque l’unico modo di guadagnarsi il pane è “vendere la storia ai media”. E poi, lei, è “una giornalista con una coscienza” scrive sul sito, e dunque quello è l'unico modo per non gravare sul cliente.

Marco S.
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