Una setta religiosa giustificava i suoi abusi su ragazzine minorenni spacciandole per "azioni spirituali"


Gli adepti di una una congregazione religiosa di Aci Sant'Antonio (Catania) hanno ripetutamente ed impunemente abusato sessualmente di bambine minorenni, raccontando loro che tali atti fossero "azioni mistiche spirituali".
È quanto emerso dall'operazione "12 apostoli" condotta dalla polizia postale di Catania e coordinata dalla Procura distrettuale etnea in merito alle attività di una comunità religiosa con circa 5.000 adepti che era stata fondata da un sacerdote ormai deceduto.
Le manette sono già scattate ai polsi di quattro persone, a cominciare dal 73enne Pietro Capuana che per un quarto di secolo ha guidato la setta. Secondo l'accusa, l'indagato avrebbe abusato di minorenni per "purificarle" e "iniziarle" alla vita spirituale. Gli altri arresti riguardano tre donne a cui era stato affidato il compito di plagiare le vittime e di convincere che quelle violenze fossero "azioni mistiche spirituali, aventi valenza religiosa".
L'indagine è iniziata grazie alla denuncia sporta dalla madre di una delle vittime, la quale ha consegnato agli agenti uno smartphone in cui erano contenute conversazioni in cui alla piccola veniva chiesto di scrivere dichiarazioni d'amore nei confronti del santone. Il gip ora ipotizza i reati di associazione per delinquere e violenza sessuale aggravata ai danni di minorenni. Pare che gli abusi sessuali, compiuti sia su minorenni che maggiorenni, sarebbero proseguiti per ben venticinque anni.
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