Gandolfini e Forza Italia schedano le scuole di Bologna come intimidazione a chi contrasta il bullismo omofobico


È caccia alle streghe a Bologna, dopo che il comitato di promozione omofoba di Massimo Gandolfini ha schedato tutti gli istituti scolatici per condannare chiunque osi organizzare corsi anti-omofobia e anti-bullismo nelle classi. la sua teoria è che in qualunque contrasto alla discriminazione della comunità lgbt si anniderebbe una fantomatica «ideologia gender» che lui sostiene sia «l’idea che il genere si definisca su base culturale e non biologica».
Cercando di creare inutile isteria e sperando di poter intimidire gli insegnanti, il comitato di Gandolfini sostiene che «il 40% delle scuole bolognesi accoglie le leggi “genderiste” e un altro 37% presenta indizi di quella ideologia. Quindi il 77% delle scuole presenta almeno qualche traccia di ideologia gender». La lista di proscrizione degli istituti è stata presentata da un rappresentante del comitato, David Botti, insieme ai forzisti Galeazzo Bignami, Marco Lisei e Francesco Sassone.
Grave è come nei documenti vengano tranquillamente citate  fake news ampliamene smentite, come quella sui “giochi di matrimoni omosessuali tra bambini” a San Pietro in Casale o contro i progetti di educazione alla sessualità promossi dalla Regione. In altri casi viene promossa una lettura distorta e ideologica dei fatti, ignorando l'opinione delle famiglie per promuovere le rilettura propinata sui giornali dell'integralismo cattolico dai gruppi neofascisti.
Per ogni singolo istituto, il comitato di Gandolfini ha dato la sua «valutazione»: rossa se le attività sono «filo-gender», gialla se ci sono solo «tracce gender» e verde se non si riscontra nulla.
Secondo il senatore Sergio Lo Giudice, «la schedatura degli istituti è una intimidazione di stampo fascista. È il lato “presentabile” di quel che Forza Nuova sta facendo nella nostra provincia, attaccando e intimidendo le insegnanti che hanno proposto in alcune scuole lo spettacolo “gender” Fa’Afafine».
Maurizio Lazzarini, presidente dell'Asabo, si dice preoccupato: «Questi attacchi vanno contrastati. Ci portano a un clima da caccia alle streghe inaccettabile. I piani di offerta formativa sono trasparenti, pubblici, attivati con l’approvazione del consiglio di istituto dove siedono anche i genitori».
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