In Azerbaijan è caccia ai gay. Già arrestate più di cento persone


Dall'Azerbaijan giunge notizia dell'arresto di oltre 100 persone ritenute omosessuali all'interno di quella che il governo definisce sia una campagna «contro la prostituzione e la diffusione di malattie».
Come già avvenuto in Cecenia, le associazioni lgbt denunciano rapimenti, torture ed arresti illegali a danno delle persone fermare dalla polizia, in quella che appare come una vera e propria caccia all'uomo. Siamo dunque dinnanzi all'ennesimo atto di violenza compiuto da quei governi che paiono mostrare la loro vicinanza alla Russia di Putin nel legittimare vere e proprie mattanze contro interi gruppi sociali. Il tutto ricorrendo a giustificazioni basate sul più becero pregiudizio (e fa riflettere su come siano medesime che sono state messe in campo proprio in questi giorni anche in Italia dall'organizzazione omofoba "Provita onlus" di Toni Brandi).
I superatiti raccontano come il sistema di identificazione messo in atto dalle autorità locali sia molto simile a quello ceceno: i prigionieri vengono infatti rilasciati solo se rivelano i nomi di altri gay.
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